25/03/2018 20:46
LAROMA24.IT (Chiara Ciotti) - Dal febbraio 2012 al dicembre 2017 5 anni, 3 sindaci, un commissario, 2 Conferenze dei Servizi, tra polemiche e nodi da sciogliere: tant’è per arrivare, il 5 dicembre scorso, al fatidico “sì” con prescrizioni al progetto dello Stadio della Roma a Tor di Valle da parte degli enti coinvolti (Stato, Regione, Città Metropolitana e Roma Capitale). Dall’inizio della ricerca del sito, poi individuato a Tor di Valle, del febbraio 2012 alla presentazione del progetto in Campidoglio da Pallotta e dal club giallorosso nel marzo 2014, per arrivare alla delibera di pubblico interesse e alla prima Conferenza dei Servizi con l’annuncio della modifica al piano iniziale da parte del direttore generale della Roma, Mauro Baldissoni, fino al giugno 2017 con la delibera del pubblico interesse del nuovo progetto da parte dell’Assemblea Capitolina e, infine, alla Conferenza dei Servizi del dicembre 2017 che ha sciolto i pareri positivi dei rappresentanti degli enti coinvolti. “L’obiettivo è avviare i cantieri per fine aprile, inizio maggio 2018 e i tempi di realizzazione sono tra i 26 e i 28 mesi quindi per la stagione 2020/2021”, così il dg Baldissoni all’indomani dell’ok allo stadio, ribadito dall’amministratore delegato giallorosso, Umberto Gandini, nei giorni scorsi: “Stiamo iniziando le gare per i cantieri, quindi per cominciare a scavare, speriamo di farlo per il 2018”. Ma, al momento, si tratta di completare i passaggi burocratici: la Roma ha consegnato in Campidoglio l’adeguamento del progetto dello stadio (che dovrà essere il dossier definitivo) alle diverse prescrizioni emerse dalla Conferenza stessa e, quindi, ora si dovrà approvare la variante al Piano regolatore generale della città contenuta nel Verbale della Conferenza dei Servizi, stipulare la Convenzione urbanistica, che regolerà i rapporti tra pubblico e privato, da trasmettere entrambi alla Regione Lazio per l’autorizzazione a costruire. Quindi, al via le gare di appalto per le opere pubbliche dopo l’esame delle commissioni dell’Unione Europea.
Nello specifico, il nuovo stadio da circa 52.500 posti, espandibile fino a 55.000, sarà una struttura polifunzionale dove oltre agli spazi destinati all’attività sportiva ci saranno club e ristoranti e il cui utilizzo non sarà limitato soltanto agli eventi sportivi, ma anche di intrattenimento. Ma non solo: sorgerà anche il Centro di Allenamento della Roma, nella zona nord del sito, che diverrà la nuova casa della prima squadra, con il Roma Village, l’As Roma Medical Center e la Hall of Fame; infine, il Business Park e il Convivium, area commerciale circostante allo stadio. Da Luca Parnasi con la sua Eurnova a Aecom e Salini Impregilo, passando per Icon e Geores sono numerosi gli interlocutori interessati ed accostati, nel corso degli anni, alla costruzione e alla realizzazione del nuovo impianto giallorosso. Come sottolineato, infatti, dall'ad Gandini, "va sfatato il mito che lo stadio della Roma appartenga a Pallotta. Anche Lione, Bayern Monaco e Arsenal quando hanno costruito i loro impianti hanno creato una società veicolo che si è assunta l’indebitamento senza gravare sul club e che è servita a garantire i finanziatori con i ricavi pluriennali che vi affluiscono, come quelli per i naming rights".
DA PARNASI ED EURNOVA A ROTHSCHILD E GOLDMAN SACHS: COSTRUZIONE E FINANZIAMENTI - Promotore con la Roma della nuova “casa” giallorossa, disegnata dall’architetto statunitense Dan Meis (che vanta nel suo curriculum la partecipazione a progetti del calibro degli stadi di baseball come il Safeco Field e il Miller Park: «Ciò che lo rende unico rispetto a tutti gli altri stadi del mondo è l'attenzione dedicata alla Curva Sud, sarà monumentale», le sue parole), l’imprenditore romano Luca Parnasi con la sua Eurnova srl, (che ha acquistato il terreno dell’ex ippodromo di Tor di Valle nell’aprile del 2012 da Sais S.p.A. al prezzo di 42 milioni di euro, con contratto definitivo nel giugno 2013). Un miliardo, più o meno, quello che servirà per sostenere l’impianto giallorosso tra stadio, business park e opere pubbliche, che vede altri importanti partner finanziari, come svelato dallo stesso Parnasi: Banca Igea, una piccola banca d’affari romana creata da Francesco Maiolini e i due colossi americani Rothschild e Goldman Sachs, con una quota sottoscritta anche dal Credito Sportivo. Il primo, advisor principale di Parnasi, è tra i maggiori gruppi indipendenti di consulenza finanziaria al mondo, il secondo, invece, advisor principale degli americani, è una delle più grandi banche d’affari del mondo che si occupa prevalentemente di investimenti bancari e azionari.
LEND LEASE, AECOM E SALINI IMPREGILO: COORDINAMENTO E APPALTI - La multinazionale con base in Australia, Lend Lease, da quanto riportato nel maggio del 2015, è l’advisor scelto dal duo Pallotta&Parnasi per coordinare e supervisionare il progetto, affidata alla statunitense Icon, multinazionale del Colorado già impegnata nella realizzazione di altri stadi. Lend Lease opera in oltre 40 paesi in tutto il mondo nel settore delle infrastrutture e anche nelle tecnologie innovative: “Roma ha una grande opportunità: veder rinascere un intero quartiere grazie a un progetto di ampio respiro e di qualità internazionale, in cui lo sviluppo sostenibile è centrale, sia dal punto di vista ambientale sia sociale” affermava Giovanni Marroccoli, direttore per l’Italia di Lend Lease nel novembre 2016, in seguito all’operazione di sviluppo progettuale durata un anno. Mentre, Icon Venue Gruop è leader nell’Owner’s Representive Project Management, specializzata nella gestione di progetti e sviluppo di stadi in tutto il mondo: The O2 Arena di Londra, conosciuta come North Greenwich Arena, completata nel 2007, arena coperta e polifunzionale, che ospita diversi eventi sportivi, dal tennis alle arti marziali passando per la ginnastica artistica e l’hockey sul ghiaccio; il rinnovamento del BC Place di Vancouver, completato tra il 2010 e il 2011, e in cantiere il progetto, di cui fa parte, di ristrutturazione e ampliamento dello stadio del Barcellona sono alcuni dei progetti nei quali l’Icon è coinvolta.
In pole position, invece, per aggiudicarsi il futuro appalto (che dovrebbe essere assegnato a trattativa diretta, senza gara pubblica) due giganti dell’edilizia, come circolato dalle indiscrezioni del febbraio 2017: uno a stelle e strisce, Aecom, l’altro targato Italia, la Salini Impregilo. La prima è una multinazionale di ingegneria e progettazione con sede a Los Angeles, il secondo, invece, è un gruppo nato nel 2014 dalla fusione della Salini SpA e dall’Impregilo SpA, ed è al primo posto della classifica delle imprese italiane operanti all’estero, che ha acquistato anche la società di costruzioni statunitensi Lane Industries. Senza, però, dimenticare nel consorzio italo-americano il gruppo Pizzarotti di Parma, con cui Parnasi avrebbe raggiungo l’accordo per la costruzione delle palazzine del business park.
CUSHMAN & WAKEFIELD E GEORES: INDIVIDUAZIONE DELL’AREA E PERFORAZIONI GEOTECNICHE - Non solo finanziamenti e appalti, ma è necessario riavvolgere il nastro dal principio per comprendere l’intero progetto messo in moto dalla Roma, quando nel maggio 2012 la società di Pallotta rende nota l’azienda scelta come advisor per l’individuazione di un’area all’interno del territorio del comune di Roma dove insediare il nuovo stadio: Cushman & Wakefield, società di consulenza immobiliare globale. Inizialmente, oltre a Tor di Valle, altre 9 le aree indicate dall'advisor incaricato dal club giallorosso: nell'elenco presenti le zone di Via Palmiro Togliatti, Torre Spaccata, Bufalotta, Parco de Medici, Tor Bella Monaca, Cecchignola, Pescaccio, La Rustica e l'area di Prato Smeraldo (Tor Pagnotta).
Nel 2015, invece, è una delle principali società italiane nel campo dei servizi della geotecnica ad entrare nelle cronache del progetto giallorosso: infatti, un team di esperti di Geores, guidati dal direttore generale, Claudio Vercelli, nel maggio 2015, ha dato avvio alle perforazioni del sottosuolo a Tor di Valle. “Devo dire che questo lavoro d'equipe è stato studiato molto bene e che le professionalità messe in campo sono di altissimo profilo. Ovviamente i budget sono di una certa rilevanza, ma i risultati poi si vedono. Finalmente possiamo dire di essere davanti ad un progetto sorprendentemente originale e di respiro internazionale, come poche volte abbiamo visto in Italia ma soprattutto a Roma”, le parole di Vercelli in esclusiva alla redazione de LAROMA24.IT a maggio 2015.
BUSINESS PARK A LIBESKIND - All'archietetto polacco naturalizzato statunitense, Daniel Libeskind e all'architetto D'Inca, il progetto del Business Park, concepito come un complesso architettonico di edifici unificato, un quartiere di lavoro e gioco con blocchi, strade, cortili e piazze, che congiungerà lo stadio con il contesto circostante: l'iniziale progetto ha subito numerose modifiche tra cui la riduzione della volumetria di circa il 50% e l'eliminazione delle tre torri inizialmente previste. Come anticipato dallo stesso Parnasi, non solo Libeskind, ma "insieme a lui ci lavorerà anche Carlo Ratti, professore al MIT di Boston del Dipartimento di Domotica (ingegnere che vive a Boston e lavora nel Massachusetts Institute of Technology e al Mit, Ratti dirige un laboratorio all’avanguardia, il SenseAble City Lab un posto dove ingegneri e architetti ripensano le città cercando di renderle più pulite e più a misura d’uomo). È uno dei più grandi architetti del mondo e ha vinto da poco Area Expo. Non ci sono più le torri, quindi il modello passa da verticale a orizzontale e io ho l’idea del Campus, sulla scorta di quanto hanno fatto le grandi aziende americane, Apple, Facebook, Amazon. Hanno lanciato l’idea dello smart working". Ma non solo. Infatti, il business park rappresenta l'insediamento più rilevante anche per il costo stimato, che si aggira sui 6-800 milioni ed è già nel mirino di potenziali nuovi investitori e sviluppatori: le indiscrezioni degli ultimi mesi vorrebbero un coinvolgimento anche della Dea Capital Real Estate, con cui sembrerebbero essere stati già presi i primi contatti embrionali da Parnasi, ossia la nuova Idea Fimit, società specializzata nella costituzione di fondi comuni immobiliari.
"CONVIVIUM" - "Non sarà un tipico centro commerciale con neanche un briciolo di immaginazione. Ci sarà davvero molto in ambito di intrattenimento e di cibo, ma la vendita al dettaglio sarà di nicchia. Le piazze sono state tutte progettate per essere completamente multifunzionali, ad ogni livello, da spazi da pranzo molto intimi fino ad una capacità che può raggiungere 10 mila persone. Una potrà essere perfetta per un evento aziendale, un’altra per una sfilata di moda o uno show di auto": questa la descrizione dell'area commerciale, denominata appunto "Convivium", che sorgerà nel complesso di Tor di Valle, nelle parole di Gordon Dorrett, ex Ceo di Forrec, azienda leader della creazione di parchi a tema.
Infine, da menzionare l'AEG Facilities, che, come riportato da un'indiscrezione del marzo 2014 dal Wall Street Journal, "sta vagliando la possibilità di giocare un ruolo nello sviluppo di questo incredibile progetto. Il mercato di Roma è uno dei più stimolanti al mondo, ci si aggiunga poi l'associazione ad una delle squadre più rappresentative dello sport, ed ecco che chiaramente questo è uno degli avvenimenti più emozionanti che avverrano negli anni a venire", a detta del presidente della società leader nel settore dell'intrattenimento nel mondo, Bob Newman, che "si impegnerà a fornire tutti i servizi di gestione e di supporto, compresi quelli relativi alla programmazione degli eventi".