31/10/2018 20:13
LAROMA24.IT (Mirko Bussi) - “Di Francesco non ha la cultura italiana di voler aspettare dietro ma quella europea del pressing alto”. Queste parole le ha pronunciate ormai 100 giorni fa, in piena preparazione estiva, Cristante Bryan, all’epoca ancora splendente di etichetta di “miglior centrocampista italiano della scorsa stagione”. Certo, in estate tutto s’abbellisce. Ancor più certo, però, è che il 4-3-3 ideale di Di Francesco ha sopra i gusti dell’immediata riconquista e del pressing offensivo. Ora, il 4-3-3 ha visto ribaltare il vertice del centrocampo per farsi 4-2-3-1, e l’atteggiamento offensivo nella riconquista del pallone pare sempre più allentarsi. A tal punto che, contro il Napoli, la Roma ha fatto registrare il dato sul baricentro medio più basso da quando Eusebio Di Francesco siede sulla panchina giallorossa. 34,59 metri la posizione media della formazione giallorossa, praticamente la Roma sostava a meno di un terzo del campo, considerati i 110 metri disponibili in lunghezza del prato del San Paolo. Il Frosinone, nel match perso contro la Juventus, ha fatto registrare un dato più “coraggioso”: 36,28. Per dire.
Per chiarire la portata dell’evento: mai, in 48 gare di Serie A tra la scorsa stagione e questa, la Roma era scesa sotto la soglia dei 40. Il punto più basso era custodito sempre lì, al San Paolo, tra i dati del post Napoli-Roma della scorsa stagione: 42,01, addolciti dal 4-2 finale. Tutt’altro che casuale, poiché la squadra plasmata da Sarri prima e oggi smussata negli angoli da Ancelotti esercita senza dubbio la pressione offensiva più pesante tra le italiane. Ma al manifestarsi della forza identitaria del Napoli, la Roma ha reagito abbassandosi come mai le era capitato. E la tesi del vantaggio da difendere non tiene a sufficienza perché anche il copione della gara dello scorso marzo fu simile, con i gol di Under e Dzeko a ribaltare il vantaggio iniziale di Insigne e “obbligare” alla rimonta il Napoli dal 26’ del primo tempo. In quel caso, però, gli uomini di Di Francesco riuscirono a raggrupparsi mediamente 8 metri più in alto rispetto a domenica scorsa.
Perché? Forse si nasconde qui il fulcro della questione, ben lontano dai discorsi filosofici che possono far preferire una strategia all’altra. La Roma s’abbassa a tal punto perché incapace di opporre il proprio pensiero a quello avversario, del Napoli nello specifico, oppure perché si trova più comoda, per caratteristiche individuali, a raggrupparsi verso la propria porta? Guardando i numeri stagionali in campionato del baricentro durante il possesso avversario, i dati paiono invocare alla tendenza più che alla casualità di una partita: 6 volte su 10 gare di campionato la Roma è rimasta sotto i 50 metri, eguagliando già le occasioni in cui aveva mantenuto un atteggiamento del genere in tutte le 38 giornate della Serie A passata. 6 su 10 contro 6 su 38. E’ una modificazione genetica. Perché l’organismo della squadra ha rigettato il trapianto di pressing offensivo o per una scelta ponderata scientificamente?
I dati sul baricentro medio durante il possesso avversario di questa stagione:
vs Napoli 34,59
vs Spal 52,67
vs Empoli 49,91
vs Lazio 45,24
vs Frosinone 50,9
vs Bologna 51,58
vs Chievo 50,56
vs Milan 46
vs Atalanta 46,4
vs Torino 47,65
I dati sul baricentro della stagione 2017/18:
vs Sassuolo 53,31
vs Juventus 52,34
vs Cagliari 46,85
vs Chievo Verona 46,69
vs Spal 58,3
vs Genoa 54,78
vs Lazio 51,54
vs Fiorentina 61,71
vs Bologna 58,26
vs Crotone 52,62
vs Torino 55,15
vs Napoli 42,01
vs Milan 56,77
vs Udinese 55,36
vs Benevento 59,09
vs Verona 54,52
vs Sampdoria 52,9
vs Inter 48,58
vs Atalanta 60,56
vs Sassuolo 56,64
vs Juventus 55,1
vs Cagliari 61,14
vs Spal 63,37
vs Genoa 57,3
vs Lazio 54,29
vs Fiorentina 54,73
vs Bologna 56,17
vs Crotone 59,86
vs Torino 54,57
vs Napoli 51,05
vs Milan 49,23
vs Udinese 55,49
vs Benevento 55,94
vs Verona 59,21
vs Sampdoria 50,08
vs Inter 52,43
vs Atalanta 46,96