01/02/2010 17:01
Molto probabilmente in pochi conosceranno nel dettaglio questo signore dal forte accento mantovano, eppure lui è uno dei segreti che Claudio Ranieri custodisce gelosamente.
I due si conoscono da una vita, da quando giocavano insieme nel Catanzaro dei miracoli. Lui, il mantovano in porta, l'altro, il testaccino, terzino sinistro. Cinque anni compagni di spogliatoio, il tempo di creare un rapporto sincero. Nel 1991 inizia la collaborazione fra i due che tutt'ora è in corso, questo per far capire che tipo di rapporto ci può essere fra il romano e il mantovano, amici anche fuori dal campo, dove i due si frequentano con le rispettive famiglie.
Una carriera fianco a fianco Nel '91, dopo qualche anno di panchina, a Claudio Ranieri arriva la grande chiamata: il Napoli di Ferlaino. E' la prima panchina importante e la prima cosa da fare è formare uno staff tecnico di gente competente. Quando è il momento Ranieri non ci pensa neanche un secondo, il numero a cui telefonare è solamente uno: Giorgio, sei dei nostri? La risposta è "si, ci sono anche io. Da questo momento i due saranno come legati, dove va uno va anche l'altro. Qualche anno dopo cominciano le esperienze in territorio straniero, Valencia, Madrid, Londra e ancora Valencia. Poi di nuovo in Italia a Parma, Torino sponda Juve e infine Roma. Nella sua carriera Pellizzaro ha avuto la fortuna di allenare i portieri più forti del mondo come Toldo alla Fiorentina, Zubizarreta e Canizares al Valencia, Molina allAtletico Madrid e Cudicini al Chelsea. Poi ha avuto il merito di scoprire un grande portiere come Cech e la soddisfazione di allenare il portiere più forte del mondo Buffon.
Julio Sergio e la svolta Allenare un grande portiere come Buffon è difficile, ma ancor più difficile è dare motivazioni a un portiere che non vedeva il campo da anni. Il lavoro che Pellizzaro ha fatto con Julio Sergio è qualcosa di straordinario. Ogni allenamento a Trigoria ad urlare, con il suo accento forte, verso il brasiliano. Ma non bisogna farsi ingannare dall'aspetto, infatti quando è possibile si mette a scherzare con i portieri giallorossi. E' stato difficile, lo ammette anche lui, riprendere psicologicamente il brasiliano nella situazione nella quale era, ma ora i frutti del lavoro si vedono tutti. Se Julio Sergio sta dimostrando di essere un portiere da Roma i tifosi devono molto al mantovano.
Pellizzaro come Musa Un calciatore che corre ad abbracciare un membro dello staff tecnico dopo un gol a Roma non è cosa rara. Basta ricordare quante volte negli anni passati giocatori come Vucinic, Emerson, Cassano o Totti sono corsi ad abbracciare Silio Musa in panchina. Motivo? Niente di più semplice. Grazie al suo lavoro ha permesso recuperi lampo, ha rimesso in forza giocatori in un batter d'occhio, questo il suo merito. E' anche grazie alla gente che lavora dietro le quinte che le squadre diventano grandi.
Manuel Marasca