26/11/2010 12:03
Nel 1992 è stato condannato in primo grado a dieci anni di carcere per truffa ai danni dello stato. Tra le voci di danno contestate dalla Procura di Ancona, in particolare, "sovrastime di sovrapprezzi per lavorazioni particolarmente onerose". La pena è stata ridotta in appello a 3 anni e 8 mesi nel '97. Il dispositivo è stato poi annullato dalla Cassazione, che ha spostato il processo a Perugia nel 2000, ancora in corso e sulla via della prescrizione. Sul suo capo pende una richiesta di risarcimento di 71 milioni di euro avanzata dalla Corte dei Conti per danni all'erario riguardo alla vicenda del piano di ricostruzione di Ancona
Longarini, detto "Al Cafone" per i suoi modi tutt'altro che signorili, non è un volto nuovo nel mondo del calcio: infatti è stato al comando dell'Ancona nei primi anni Novanta, centrando due storici obiettivi: una promozione in Serie A nella stagione 1991-92, con i marchigiani che fecero ritorno nella serie cadetta dopo un solo anno di permanenza nella massima serie, e la finale di Coppa Italia nella stagione 1993-94, in cui i marchigiani vennero sconfitti dalla Sampdoria (0-0 ad Ancona, 6-1 a Genova)
Longarini è poi tornato nel mondo del calcio nel 2005, rilevando la Ternana nel corso della stagione 2004-05. Durante il periodo della sua presidenza il club umbro sprofonderà in C1 e non sarà mai in seria lotta per la risalita in Serie B, ottenendo come miglior risultato un sesto posto nella scorsa stagione dell'attuale Prima Divisione. Longarini, negli anni della presidenza della società rossoverde, si è fatto ricordare soprattutto per il caso di Luis Jimenez. Il cileno, ceduto nel 2005-2006 in comproprietà alla Fiorentina e riscattato a fine stagione per 3 milioni di euro, non vuole scendere di categoria e intenta una causa per mobbing a Longarini che risponde mettendo Jimenez fuori rosa. Dal 2006 inizia il girovagare del cileno, che viene poi girato in prestito alla Lazio nel mercato invernale del 2007. Poi il passaggio all'Inter, prima in prestito poi in comproprietà, prima che lo stesso Longarini lo riscattasse nuovamente alle buste per la cifra, record per un club di Lega Pro, di 3,2 milioni di euro, superando l'offerta dei nerazzurri. Nell'agosto 2010 ha ceduto il club umbro all'imprenditore Angelo Deodati.
Daniele De Angelis