10/02/2012 11:24
E in un mondo marcio, in cui le ombre stanno oscurando ogni barlume di luce, leccezione si chiama Thomas DiBenedetto, lacquisto più recente nella rosa dei presidenti di serie A, lamericano che nel 2011 ha comprato la Roma.
Qual era il suo obiettivo e che conseguenze pensa che potrà avere luscita di questo libro?
Lobiettivo era descrivere quello che cè dietro le quinte dello sport preferito dagli italiani. Lidea è quella di raccontare squadra per squadra i rapporti di carattere economico e polito che si celano dietro una partita d calcio. Volevo raccontare questo mondo, un mondo troppo poco noto. Volevo mettere in luce i veri interessi politici e imprenditoriali. Penso che valga la la pena raccontare ai tifosi il backstage, perché vorrei dare la possibilità a chi segue il calcio di farlo con un atteggiamento più razionale e più lucido. Il calcio si sta dimostrando qualcosa di meno ingenuo di quanto il tifoso pensi, e lo scandalo del calcioscommesse è solo lultima delle dimostrazioni di questo.
Ognuno dei personaggi rappresentati nel suo libro ha trovato una dimensione pubblica che prima non aveva. Per quanto riguarda i presidenti italiani, spesso come detto legati alla politica e ad incidenti giudiziari, lo si può capire. Ma in che misura questo discorso vale anche per Thomas DiBenedetto, imprenditore americano?
Lui è uneccezione in questo panorama. Partiamo dal presupposto che è lunico straniero. Il campionato italiano è sempre stato legato a personaggi italiani, e il tycoon è stato il primo a rompere questo fronte. La sua logica, al contrario di personaggi come Lotito, verte solo verso il business, quello di tipo americano. La trattativa per acquistare la società non è passata attraverso alcun tipo di protettorato politico, ed è quasi una novità in tal senso. È stata una scelta economica ma anche di cuore, tutto il resto non è entrato a farne parte.
Lei ha seguito da vicino la trattativa per la cessione della Roma dalla famiglia Sensi alla cordata americana. Qualche retroscena?
Ciò che mi è rimasto più impresso, sinceramente, è il rinnovato interesse verso il fascino dello sport. Ad esempio, nel lungo periodo di transizione in cui la famiglia Sensi stava uscendo di scena, e a trattare sono rimasti Unicredit e la cordata americana, i banchieri sono stati totalmente contagiati dallo spirito sportivo. A un certo punto, più che banchieri, si sono trasformati in presidenti pro tempore, attentissimi alle prestazioni della Roma. Andavano in campo, seguivano gli allenamenti e tenevano molto anche ai risultati. Un altro esempio che posso fare è questo: la prima cosa che hanno fatto gli esponenti di Unicredit, una volta giunti a Boston per concludere la trattativa, è stata andare a vedere i Celtics con gli esponenti della cordata. È proprio il fascino dello sport, una passione rinnovata. Con gli americani la Roma sta cambiando: e non parlo solo delle idee rivoluzionarie di Luis Enrique, non parlo solo del campo. Ora sono le basi e le prospettive ad essere diverse.
Valentina Vercillo