13/10/2012 16:48
MERCOLEDI NERO - Fondatore del Soros Fund Management e del Quantum Fund, il trader è salito agli onori della cronaca per una discussa operazione finanziaria. E' il 16 settembre del 1992, giorno che verrà ricordato dagli operatori di borsa come il 'Mercoledì Nero'. Una sua vendita allo scoperto di 10 miliardi di dollari in sterline mise in serio pericolo la Bank of England. Soros sostanzialmente aveva approfittato della riluttanza da parte della Banca d'Inghilterra ad aumentare i propri tassi di interesse. Un operazione che portò alla svalutazione della valuta britannica e costrinse la Banca nazionale inglese a uscire dal Sistema Monetario Europeo. Operazione che fruttò a Soros sia in termini strettamente economici che di notorietà: guadagnò circa un miliardo di dollari, oltre al temibile appellativo di "'uomo che distrusse la Banca d'Inghilterra".
ROMA - E' la primavera del 2008 quando il magnate ungherese è sul punto di rilevare l'intero pacchetto azionario dell'As Roma. Si parla di 283 milioni di euro. Il 18 aprile, giorno dell'incontro tra le parti nella sede romana di Piazza Venezia dello studio Lovells, spunta un foglio A4 con una presunta offerta araba di 420 milioni di euro. I rappresentanti di Soros escono sbattendo la porta. Tra gli avvocati che presero parte all'operazione c'era anche Joe Tacopina, attuale vicepresidente della Roma: "Avevo cominciato a lavorare al deal nel febbraio 2007, riuscendo a tenerlo segreto per un anno esatto. E avevo tirato dentro il miglior acquirente che la Roma potesse augurarsi, George Soros. L'affare doveva chiudersi prima a febbraio di quest'anno, quindi a marzo, per 280 milioni di euro. Ad aprile, il giorno in cui sarebbe dovuta mettere per iscritto la dichiarazione di interesse formale, spuntò fuori un fantomatico arabo disposto a comprare per 400 milioni di euro. Quella era una 'sola'.. E lì è finito tutto", dichiara l'americano a Repubblica nel 2008. Ma in realtà la Inner Circle Sports, merchant bank dietro a George Soros, effettua un ultimo tentativo come dimostra la mail inviata da Steve Horowitz all'avvocato De Giovani, legale della famiglia dei Sensi: «Come sai già dalla conversazione del 22 aprile e della seguente comunicazione del 24 aprile il nostro cliente (the Soros Family Office) ha ufficialmente ritirato il proprio interesse allacquisto del controllo della Roma. Per tentare di creare le condizioni necessarie perché loro possano prendere nuovamente in considerazione una proposta che possa portare ad una transazione ci sono diversi aspetti essenziali della trattativa che devono essere fissati: 1) lesclusività a questo punto non è importante. La cosa importante è la riservatezza e il fatto che a decidere sia un ristretto numero di persone che possano anche firmare laccordo (...) 2) Ci aspettiamo di far partire la trattativa con la maggior parte dei termini già fissati nel mio recente viaggio in Italia (...) 3) Posso confermarti che non ci sarà alcun aumento del prezzo della transazione.( ) A questo punto avrei bisogno di avere i termini dellinvestimento da presentare a Soros stesso per lapprovazione. Per me non cè motivo di pensare che questo processo possa durare più dei dieci giorni lavorativi che tu hai indicato nelle email. Sono ottimista di poter trovare una soluzione che risolva i problemi finanziari della famiglia Sensi e che risolva anche i tuoi timori circa il rispetto degli interessi della banca». Ma il successivo incontro di Milano non servì a rianimare la trattativa e gli uomini di Soros uscirono definitivamente di scena.
FILANTROPIA E RITIRO - Soros è considerato anche come uno dei filantropi più generosi, capace di donare oltre 7 miliardi di dollari: a partire dal 1979 ha distribuito 3 milioni di dollari l'anno a movimenti di dissidenti come Solidarnosc in Polonia, Carta 77 in Cecoslovacchia e Andrei Sakharov nell'Unione Sovietica. Nell'1984 ha fondato in Ungheria il suo primo Open Society Institute, facendo affluire milioni di dollari per finanziare altri movimenti di opposizione e media indipendenti. Nonostante questo è visto dai più progressisti, in particolare dal premio Nobel Paul Krugman come un investitore che, "attraverso il movimento di capitali, ha scatenato crisi valutarie per profitto e per divertimento". Lo scorso anno Soros ha annunciato il suo ritiro dall'alta finanza. Ha chiuso il suo hedge fund, restituendo il capitale a tutti gli investitori esterni, e si limita ora ad amministrare il patrimonio familiare (una delle massime fortune del pianeta: 14,5 miliardi di dollari).
Lorenzo Censi / Daniele De Angelis