Da Juan a Pjanic, da Lamela a Burdisso: la Roma e i casi 'nazionali'

20/03/2013 18:14



I PRECEDENTI – Il primo risale al 28 febbraio 2012. La Bosnia sfida il Brasile in un amichevole di lusso e , nonostante un problema al retto femorale, venne arruolato per la sfida con la Selecao. La Roma sconsigliò al giocatore di giocare per tutta la gara, segnalando il fatto anche alla federazione balcanica. Risultato? restò in campo 81’ e ci mise almeno un mese per ritrovare una condizione accettabile. Il secondo precedente risale allo scorso ottobre. Stesso copione: ancora infortunato, stavolta con una lesione all’adduttore rimeditata nella gara con il , ma che risponde comunque alla convocazione della Bosnia. E la Roma chiede nuovamente che venga risparmiato. E’ stato cosi per la gara d’andata con la Grecia, ma tre giorni dopo (il 16 ottobre) andrà in campo con la Lituania. Stavolta però senza conseguenze particolari dal punto di vista fisico.

2010  – Troppe volte la sosta per gli impegni delle nazionali ha riservato brutte soprese per la Roma. Come nel caso di Juan, che ha accusato uno dei suoi tanti infortuni muscolari anche in maglia verdeoro. Ad esempio il 21 giugno 2009, durante la Confederation Cup, quando fu costretto ad arrendersi per uno stiramento alla coscia sinistra. Ma al difensore brasiliano è legata la schermaglia più dura tra la Roma e una federazione nazionale. E’ il novembre 2009 e il ct brasiliano Dunga convoca Juan per un amichevole in Qatar con l’Inghilterra, nonostante il difensore giallorosso fosse infortunato. Si aprì un duro braccio di ferro tra la Roma e la CBF, ma alla fine passò la linea del club giallorosso e Dunga dovette desistere. L'anno successivo, il 2010,  la sfortuna si è accanita sui nazionali giallorossi. Tra settembre e novembre ben 8 gli infortuni. Il più ricordato è quello di John Arne Riise, out per tre settimane per una commozione cerebrale dopo uno scontro in allenamento. Ma la stessa sorte, quella del ritorno a Trigoria con qualche acciacco di troppo, toccò anche a , Vucinic, Mexes e Okaka.



ARGENTINI – Un’altra guerra aperta si è rischiata nel 2011 con la federcalcio argentina. Oggetto della contesa Erik Lamela. Subito dopo la firma con la Roma il giovane talento argentino è poi ripartito per disputare i Mondiali Under 20. Giocò l'intera competizione, fino ai quarti di finale, con la caviglia sinistra malconcia. I postumi di quella forzatura hanno ritardato di molto il suo esordio in Serie A, arrivato solo il 23 ottobre. E la dirigenza giallorossa, in primis il ds , non hanno affatto gradito. Pochi mesi più tardi un altro giallorosso in maglia albiceleste fu costretto ad alzare bandiera bianca. Il 15 novembre 2011, a Barranquilla, si gioca Colombia-Argentina, gara di qualificazione ai mondiali. In campo c’è anche Nicolas Burdisso. Ma la sua partita dura solo 34’: nel tentativo di fermare James Rodriguez il difensore poggia male la gamba sinistra e il ginocchio compie un movimento innaturale. Diagnosi impietosa: “grave lesione capsulo-legamentosa”. Più di sei mesi di stop per il difensore argentino, che tornerà a calcare i campi di Trigoria solo a maggio, a stagione finita. Un’assenza che ha avuto il suo peso nella travagliata prima stagione della gestione americana. Colpa anche del mancato arrivo di un suo sostituto nel mercato di gennaio. Ma questa è un’altra storia...



TEMPI RECENTI: , E IL 'NIET' PER MARCOS – Di recente anche è (ri)caduto nella stessa ‘maledizione’. Precisamente il 7 settembre scorso. Convocato in nazionale, nonostante qualche postumo della gara con l’Inter, Prandelli lo schiera dal primo minuto contro la Bulgaria. Finchè a 10 minuti dal termine il centrocampista di Ostia non è costretto ad arrendersi. Un infortunio diverso da quello di San Siro, dove aveva rimediato una botta alla caviglia destra. La diagnosi, alla fine, è meno grave del previsto (lesione di primo grado al bicipite femorale), così come l’entita dello stop (due settimane). Ma questo non ha certo risparmiato qualche critica al ct azzurro. E sempre in quella funesta settimana, fuorigioco anche Bogdan . Il secondo giallorosso gioca solo un tempo contro Andorra dello scorso 11 settembre e torna a Trigoria con una contusione della milza. Il giocatore resta fuori due mesi fuori, tornando a disposizione solo per il Torino. Infine, va ricordato l’episodio più recente, stavolta risolto a favore della Roma. Il 26 novembre scorso, infatti, Marquinhos viene inserito nei preconvocati per il Sudamericano, la Coppa America under 20. Ma davanti alla prospettiva di perdere il difensore per quasi due mesi (tra ritiro e competizione vera e propria), la società tratta con la federazione brasiliana. E il 10 dicembre, quando viene diramata la lista dei convocati, il nome di Marquinhos viene depennato. Con buona pace del ct della Selecao Under 20 Avila, che ammise lo stesso giorno che “la Roma non lo ha liberato e, sfortunatamente, non sarà con noi“

VENERDI' - Questa lunga carrellata di episodi sfortunati ci accompagna fino a venerdì, nella speranza che per la Roma, stavolta, non ci sia alcuna conseguenza. Perchè Bosnia e Grecia sono in aperta lotta per un posto al Mondiale. E , nonostante le più che lecite preoccupazioni, ha fatto intendere di non voler mancare a un appuntamento storico per la sua Nazionale. "Forse potrò giocare almeno 20 minuti", le parole che rimbalzano dai media locali. Anche Safet Susic, ex stella del PSG degli anni '80 e ct della nazionale balcanica, si mostra possibilista: "Spero di recuperarlo". Che, in fondo, è la speranza di tutti i tifosi della Roma. Ma, non ce ne voglia Susic, non certo per le ambizioni della Bosnia.

Daniele De Angelis