19/05/2015 21:29
LAROMA24.IT (Mirko Bussi) – In futuro, tutti saranno famosi per 15 minuti. Proiettata al mondo del calcio, per approfittare della profezia di Andy Warhol, in fondo, vi basterà passare per l’Olimpico in maglietta e calzoncini. Garantisce Perica Stipe. Chi? I più esperti, o i più lesti a consultare Wikipedia, vi racconteranno di un attaccante quasi 20enne prestato a gennaio dal Chelsea all’Udinese. Che fino al pomeriggio di domenica, tuttavia, aveva trascorso quasi 3 ore e mezza sui campi di Serie A finendo nei tabellini solo per un paio d’ammonizioni. Poi, la sera, ha cambiato colonna, iscrivendo il proprio nome per la prima volta tra i marcatori di Serie A.
SARANNO FAMOSI – “Grazie Roma”, prima del giovane croato, l’aveva cantata con accento olandese anche Marco van Ginkel. Come Perica, messo in prova in Serie A dal Chelsea e, al pari dell’attaccante dell’Udinese, fino a un paio di settimane fa era sprovvisto di storie da raccontare il giorno che tornerà in Inghilterra. Prima d’incontrare la Roma, naturalmente. Perché il 9 maggio, alla quindicesima presenza in stagione, ha trovato anche il primo gol italiano rianimando momentaneamente la stagione del Milan, un’altra capacità terapeutica tipica della casa. Se poi incontri la Roma al primo appuntamento in Serie A, il colpo di fulmine è garantito: Paul-Jose M’Poku, arrivato al Cagliari il 1° febbraio, una settimana dopo si è ritrovato in campo nella sfida coi giallorossi e mezz’ora più tardi aveva già le braccia al cielo in segno d’esultanza.
Anche rilassarsi alla vista di un attaccante in difficoltà, appare un evitabile preliminare masochista: Kazim-Richards del Feyenoord, ad esempio, in carriera non era mai andato oltre i 5 gol in stagione e in Europa aveva un rendimento di 4 gol in 33 presenze. Nonostante questo, gelò l’Olimpico nell’1-1 di metà febbraio. Oppure Gomez, che l’unica serata da protagonista assoluto in questa stagione l’ha vissuta proprio da queste parti: 0-2 nel ritorno di Coppa Italia, scritto unicamente dal tedesco. Sempre contro la Fiorentina, il 19 marzo, si frantumarono le scorte di pazienza dei tifosi romanisti. E anche qualcos’altro, come recitava lo striscione esposto. Nella deprimente serata, trovò gloria anche Marcos Alonso che su gentile offerta di Skorupski tornò a provare un’emozione che gli era negata dai tempi della Championship col Bolton di tre anni fa. Pure Zabaleta, che solitamente si occupa di altro in mezzo al campo, divenne attore protagonista nella vittoria del Manchester City a Roma: raramente era andato oltre il gol a stagione, mai si era dovuto preoccupare di esultare in campo europeo. Lo fece all’Olimpico, alla 59esima presenza tra Champions ed Europa League.
FANTASMI DEL PASSATO – Il libro delle visite sulla storia della Roma vanta firme difficilmente rintracciabili altrove. Per restare all’epoca Garcia: ecco Ebenezer Afriyie Acquah che trovò il suo primo gol in Serie A nel recupero di Roma-Parma nella scorsa stagione. Oppure Zapata Cristian: 54 presenze in campionato col Milan e una sola rete all’attivo, soffermarsi sulla malcapitata di turno appare inutile. Ancora: Vitiello Roberto, che raggiunse l’apice di popolarità il 22 settembre del 2011 all’Olimpico. Roma-Siena 1-1, gol di Vitiello. Era l’anno di Luis Enrique che più tardi si sarebbe lamentato così: “Che ho fatto per meritare tutta questa mierda?”. Come subire un gol da Moestafa El Kabir che, da ragazzo coscienzioso, ritirò le fiches dal tavolo e si trasferì da gennaio in Svezia. Quest’anno si è diviso tra Emirati Arabi e Genclerbirligi, Turchia. O ancora, vedere Takayuki Morimoto segnare la quinta rete alla Roma (su 19 totali in Italia): oggi racconta le sue imprese ai compagni giapponesi dello Jef United.
L’eco delle imprese anti-romaniste arriva anche in Russia, dove attualmente s’impegna Luis Neto, bravo difensore dalle fattezze del laureando in Lettere che in area avversaria ha sorriso solo due volte negli ultimi 5 anni. Appena una quando era in Serie A al Siena: dall’altra parte, of course, c’era la Roma di Zeman. Sparsi tra un anno e l’altro, l’elenco di chi le poche imprese compiute sul campo di calcio le ha fatte coincidere con la desolazione romanista: Ballarin Fabiano, Brioschi Emanuele, Pivotto Matteo (unico gol in A), De Franceschi Ivone, José Mari, Iacopino Vincenzo, Lassissi Saliou (sì, proprio lui…), Ocan Buruk (primo gol - dei 2 totali - serie A di testa dall'alto dei suoi 169 cm), Mazzarelli Giuseppe, Giampà Domenico, Pagano Biagio (unico gol in A) Music Vedin, Piccioni Enrico, Hakan Sukur, Tramezzani Paolo, o come i fedelissimi alla Daniele Conti che 5 gol non li ha destinati a nessuna squadra, eccetto alla Roma. Imitato da Gamberini, capace di battere 5 portieri in tutta la carriera di cui 3 indossavano la maglia romanista, e Marko Livaja, 4 gol in Serie A, la metà incisi sulla pelle dei giallorossi. Infine, in qualche bar di Castiglione delle Stiviere, dov’è responsabile del settore giovanile, in provincia di Mantova, oggi potreste trovare Ivan Rizzardi, intento ad offrire da bere per il 24° anniversario del suo primo e unico gol siglato in Serie A. Sull'avversario, preferiamo sorvolare.