06/08/2021 11:45
LAROMA24.IT - Sembrano fin troppo lontani i tempi di Kapfenberg o Irdining, ma anche di Riscone di Brunico o Pinzolo, tanto per citare alcune delle località di alta montagna che in passato la Roma scelse per il ritiro. Dove tra eventi, interviste, sessioni di autografi i momenti di contatto tra i giocatori e i tifosi non mancavano. Il Covid ha cambiato tutto, l’arrivo di José Mourinho e la sua prevedibile (e giustificata) esigenza di ‘segretezza’ ha fatto il resto. Questo ha reso particolare e in un certo senso anomalo il ritiro della Roma di questa stagione, diviso tra una Trigoria blindatissima e una settimana in Portogallo a debita distanza da sguardi indiscreti.
Il caso della seconda parte di preparazione in Algarve è stato in questo senso emblematico. Non ci sono tifosi al seguito della Roma. Se ne sono visti pochissimi, una diecina al massimo in tutti questi giorni. Tutta gente capitata a Faro, Parchal e Carvoeiro per altri motivi. Per via di un trasferimento in Portogallo, o per venire a trovare i genitori, per una breve vacanza e così via. Motivazioni che magari apparivano prioritarie, ma che comunque coincidevano con la permanenza in Portogallo di Dzeko e compagni.
I tempi forse cambiano, ma la passione per la Roma resta intatta e fa da comune denominatore alle storie dei (pochi) tifosi che hanno seguito i giallorossi nel ritiro portoghese. Ad esempio Michele, tifoso giallorosso che si trova ora in Algarve per fare visita ai genitori, che dopo essere andati in pensione si sono trasferiti in Portogallo da 4 anni. Una visita al papà e alla mamma fatta però volutamente coincidere con i giorni di ritiro della Roma. Abbonato da anni in Curva Sud, porta sempre con sé uno striscione. “L’idea – racconta - nasce quando avevo 18 anni, era il primo anno che mi ero abbonato in Curva Sud. Un anno fortunatissimo, visto che era quello dello scudetto… È stata un’emozione fortissima. Un mio caro amico che veniva allo stadio con me aveva fatto uno striscione che recitava “Come te nessuno mai” e da lì mi è venuta l’idea di portare sempre con me una ‘pezza’, per essere sempre riconoscibile per i miei genitori e per i miei amici quando partivo per le trasferte”
Il suo striscione recita “Tutto il resto è noia”, il titolo della canzone di Franco Califano che a suo dire rappresenta bene il suo attaccamento alla Roma: “Ho pensato a qualcosa essere significativo e rappresentativo, ma soprattutto che potesse durare nel tempo, non legao ai calciatori o a situazioni mutevoli. Vi è venuta in mente la canzone di Califano “Tutto il resto è noia”. Che a mio avviso descrive cosa rappresenta per me la Roma: quando c’è la Roma tutto passa in secondo piano e sembra noioso rispetto alle emozioni che ti dà questa squadra. Sono più di 20 anni che ho questo striscione e continuo a portarlo fieramente in Italia e in Europa”
Al seguito della Roma c'era anche Marco, che in Portogallo ha fatto una scelta di vita. Fino ad un paio d’anni fa viveva a Roma, in pieno centro. Ora si è trasferito a Sagres, una freguesia (l’equivalente delle nostre frazioni) del comune di Vila do Bispo. Una famosa località turistica dell’Algarve nota soprattutto ai surfisti, a pochi passi da Cabo de São Vicente, il punto più a ovest dell’Algarve. Qui Marco può vedere realizzate le sue passioni per il surf e per gli ultraleggeri e ha aperto il 'Kicher's Home', una struttura ricettiva dedicata proprio ai surfisti.
Oltre alle passioni, che allo stesso tempo sono diventate anche un lavoro, c’è anche la Roma: quando la squadra è arrivata qui, Marco ha viaggiato in moto fino a Parchal per seguire l’amichevole con il Porto, riuscendo a ‘strappare’ una foto con Josè Mourinho. Traversata ripetuta anche a Faro in occasione del match con il Siviglia. Legata a questa partita un episodio particolare che ci ha raccontato: all’uscita della squadra dallo stadio Algarve si è messo in viaggio e ha di fatto ‘scortato’ il pullman della squadra fino al Tivoli Carvoeiro. Un particolare che non è sfuggito allo Special One e al suo staff, che gli hanno permesso di entrare nel resort dove la Roma alloggia. Ha avuto così la possibilità di parlare anche con i giocatori e di ricevere in dono la maglia di Lorenzo Pellegrini. “È stata un’esperienza fantastica, non ci credevo – le sue parole -. Sono stati tutti carinissimi con me, Mourinho in primis, una persona fantastica”.
L’altra storia da segnalare è quella di Mirko. Originario di Bari, è in Portogallo da due anni. Nel 2019 si è stabilito a Lagos, una delle cittadine più famose dell’Algarve. Qui ha aperto ‘Pomò’, il ristorante italiano più rinomato della zona. Pugliese ma romanista, così tanto da trasmettere la sua passione viscerale al figlio Nicolas, che ha approfittato delle due amichevoli di Parchal e Faro per raccogliere gli autografi dei giocatori.
Sulla sua maglia della Roma, la seconda divisa della passata stagione, ci sono le firme di quasi tutti. E ovviamente non poteva mancare l'autografo di Mourinho. “Sono romanista per Francesco Totti – spiega Mirko -, è il motivo principale per il quale la seguo. È stato il più forte di tutti, un fenomeno assoluto e guai a chi me lo tocca. Seguo sempre la squadra quando posso e anche mio figlio Nicolas fa altrettanto”.
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