22/03/2022 12:31
LAROMA24.IT (Matteo Vitale) - “Sono in debito perché tutti mi dicono che non so battere le punizioni, uno ci prova e vediamo”, parola di Lorenzo Pellegrini dopo il gol su punizione contro il Cagliari. Oggi sembrano lontani anni luce i periodi in cui il numero 7 veniva criticato per il suo modo di calciare le punizioni, fra tiri finiti in barriera, alti o larghi. Il capitano della Roma quest’anno ha fatto il salto di qualità definitivo, non solo a livello di prestazioni e di gol (superato il record personale di gol in stagione, precedentemente fissato a 7), ma anche nella capacità di calciare le punizioni dirette. Il primo gol è arrivato l’anno scorso contro l’Ajax, in Europa League, praticamente a interrompere la maledizione: quest’anno è cambiato qualcosa, più di qualcosa, e sicuramente le carezze (mediatiche e non) di Mourinho hanno aiutato. La punizione da 3 punti segnata contro il Cagliari, poi quella contro la Juventus e per finire, a 8 gare dalla fine del campionato, quella di ieri sera contro la Lazio, una traiettoria quasi magica per beffare Strakosha. Pellegrini ha raggiunto quota 3 gol su punizione diretta in Serie A con soli 8 tentativi, eguagliando i numeri di Kolarov nella stagione 19/20. Nel mirino ora ci sono Miralem Pjanic, che nella stagione 2015/2016 ha segnato 4 gol su punizione diretta in campionato più 1 in Champions League, e Marcos Assunçao, a quota 4 in campionato nella stagione 2001/2002. Difficile, ma Pellegrini ci proverà. E poi si vedrà.
E nei top 5 campionati europei (Premier League, Bundesliga, La Liga, Serie A e Ligue 1)? Nessuno ha segnato più di 3 gol su punizione diretta. Téji Savanier del Montpellier è quota 3, così come Cristiano Biraghi (11 tentativi). Altri specialisti come Payet, Ward-Prowse e Boulaya al momento sono fermi a quota 2.