Arbitro stupefacente senza essere Moreno

24/09/2010 12:02

Ho più volte sottolineato il momento di difficoltà che sta attraversando la Roma e non cerco certo facili alibi per distogliere l’attenzione da questa partenza stentata e inspiegabile. Ma l’arbitraggio, scandaloso, del Rigamonti
ha totalmente condizionato la gara di una squadra che sembrava aver fatto un passo avanti rispetto alle uscite precedenti. Tre rigori negati (quello su Borriello, quello su Brighi e l’evidentissimo fallo di mano). Un rigore assegnato al Brescia completamente inventato. La conseguente espulsione di Mexes. Il tutto con un atteggiamento di costante e martellante provocazione nei confronti dei giocatori giallorossi.
L’esempio più lampante della malafede è proprio il rigore assegnato per l’intervento di Mexes. Giocatore in un momento difficile, ma che forse proprio contro il Brescia stava offrendo una prestazione finalmente degna del
suo nome. In particolare il tackle che ha causato la sua espulsione è stato un gesto tecnico sopraffino, uno di quelli che vale quanto un gol per un attaccante o una grande parata per un , un intervento pulito, coordinato, perfetto per scelta di tempo. Palla piena e nessun contatto con l’attaccante avversario. Come se
non bastasse il tutto fuori dall’aria di rigore. Invece Russo assegna il rigore ed espelle il francese.
Mexes, come la Roma, stava rialzando la testa dopo un periodo nero ed ha pagato per colpe non sue.
Il circo mediatico dopo la partita, fatto di provocazioni, domande irrispettose e di risatine mentre scorrono le immagini di Julio Sergio che piange dal dolore fa parte delle consuete prepotenze di una certa stampa. E trova
conforto nel momento di incertezza che avvolge Unicredit e di riflesso la Roma. Ranieri, Pradè e la stessa Rosella Sensi davanti ai microfoni hanno cercato di mettere in evidenze gli enormi torti subiti, ma non sempre hanno trovato interlocutori all’altezza della situazione. In particolare la Sensi è stata estremamente esplicita
sulla precarietà che i giochi di potere interni ad Unicredit creano di riflesso sulla Roma esortando eventuali compratori a farsi avanti. Forse temendo che in questo vuoto di potere la Roma possa essere in balia di eventi disastrosi come l’arbitraggio di Russo, che al contrario di Moreno, non aveva nulla a che fare con gli stupefacenti, ma anzi era fin troppo lucido.