04/01/2011 09:11
RITORNO - Adriano, nonostante già dalla mattinata ci fosse qualcuno che garantiva che era arrivato in nottata, è sbarcato a Fiumicino intorno alle 14.30 di ieri, unora di ritardo, volo TP 858, partito da Rio e che in prima mattinata aveva fatto scalo a Lisbona. Ad attenderlo il suo procuratore, Roberto Calenda, Suv tedesco grigio, parcheggiato allesterno degli arrivi internazionali. Nei paraggi, non per caso, anche un paio di cronisti, pure loro in attesa dellImperatore. Il problema, almeno per noi, è stato che quei due cronisti sono stati visti e riconosciuti. E allora cè stato un cambio di programma. Un paio di telefonate alle persone giuste allinterno dellaeroporto, via di fuga preparata per il giocatore per evitare qualsiasi contatto con la stampa. Adriano, insieme a Calenda, si è diretto immediatamente a Trigoria.
Un veloce cambio dabiti, quindi subito in campo per lallenamento il cui inizio era fissato per le quindici (Adriano è comparso con una quindicina di minuti di ritardo). Corsetta, allunghi, palestra, per ora niente bilancia (sarà pesato oggi ma tutto sembra meno che ingrassato rispetto al giorno della sua partenza), il bentornato da parte dei compagni,quindi lincontro con i massimi dirigenti giallorossi, Conti, Pradè, Montali, la comunicazione, al giocatore, che per lui ci sarebbe stata comunque la multa per il ritardato rientro (qualche decina di migliaia di euro) e, pure, linvito a rilasciare dichiarazioni televisive. Detto e fatto: «Ho promesso alla Roma di rimanere fino al 2013 e manterrò la promessa. Quel sito brasiliano si è inventato tutto. In passato già lho querelato, lo rifarò. Il mio ritardo è dipeso dal passaporto e poi dallinfarto che ha colpito mio zio. Devo chiedere scusa a società, tecnici e compagni per questo mio ritardo. Sono felice di essere a Roma, altrimenti non sarei tornato. Mi aspetto una grande stagione con la maglia giallorossa. I compagni mi vogliono bene e io sono felice con loro, questo gruppo mi ha dato forza. Possiamo arrivare a vincere lo scudetto. Ora voglio allenarmi forte, in Brasile mi sono comportato bene, spero di essere a disposizione già dalla prossima partita contro il Catania». Cosa, questultima, che appare difficile. Più possibile che ce le faccia per la Sampdoria domenica prossima. Dunque, Adriano rimane. Anche se cè da aggiungere che il mese di gennaio è lungo da passare. E, pure, che, per esempio, almeno fino a ieri sera, la Roma non aveva dato, su indicazione dello staff tecnico, il semaforo verde per il trasferimento in prestito di Stefano Okaka, operazione chiusa da tempo nei dettagli. Perché?
ANTEFATTO - La giornata era cominciata con larrivo dal Brasile di una (presunta) intervista di Adriano a un sito brasiliano. Intervista che era lesatto contrario di quello che poi il giocatore ha dichiarato a Trigoria: «Devo partire, anche se non vorrei, per me è triste partire e lasciare qui la mia famiglia, i miei amici, il mio ambiente, ma a giugno sarò di nuovo al Flamengo, anche se ho un contratto per altri due anni con la Roma. Tornerò a Rio, potete già cominciare ad aspettarmi allaeroporto. Quando tornerò al Flamengo sarò di nuovo felice. Ora a Roma spero di ripagare le attese del presidente e dei tifosi, ma solo fino a giugno, sia chiaro, perché dopo mi ripresenterò a Rio per giocare con il Flamengo». Roba da pazzi. Anche se cè da dire che questo sito brasiliano, un paio di mesi fa, scrisse che Adriano era a Rio a divertirsi con un paio di ragazze. Peccato che Adriano era a Roma a lavorare in campo e palestra per recuperare da un infortunio alla caviglia.