21/09/2011 10:58
«Ho lavorato con Curci per 4-5 anni quando era ragazzo, lo ritrovo ora da uomo e sono convinto che cè del materiale su cui lavorare. Curci deve fare uno scatto a livello mentale, allenamento dopo allenamento si riscontrano doti tecniche indiscutibili. Se riesce a farlo avremo un grande portiere. Ricordo che nei primi mesi a Genova e Siena ha risposto alla grande. Per fare il salto di qualità un portiere deve lavorare tantissimo e non lasciarsi sfuggire le occasioni che capitano. Riguardo a Lobont non sono io a scoprirne lesperienza. In allenamento lui si comporta bene, ma in una partita importante come quella contro lInter avrebbe potuto tentare qualche presa in più, ma ci può stare. Il terreno e questi palloni imprevedibili aiutano di certo gli errori».
In ogni caso, uno dei due avrà qualche settimana a disposizione per mettersi in mostra e per non far rimpiangere troppo Stekelenburg. A proposito del quale Tancredi ha spiegato:
«Siamo tutti contenti di averlo rivisto a Trigoria, dolorante come è ovvio, ma pronto per il recupero. Sulla tempistica del suo rientro lo potrà valutare solo il nostro staff medico dopo ulteriori visite. La reazione di Stekelenburg al duro colpo è un fatto oggettivo, già averlo qui allindomani di Inter-Roma è indicazione della forza mentale del ragazzo. Siamo chiari, Stekelenburg è un portiere di levatura internazionale, ha giocato un mondiale ad altisimo livello. La scuola dellAjax è allavanguardia nel gioco con i piedi, ed essendo un portiere molto alto con lui si lavora soprattuto con la reattività». Insomma, lolandese è e resterà il primo portiere della Roma, anche se Tancredi ha qualcosa da ridire sulla definizione: «Esiste un portiere, non ci sono categorie di primo o secondo portiere. Chi va in campo deve essere concentrato, chi è in panchina lo deve essere allo stesso modo, pronto ad entrare in qualsiasi momento. Non esiste più il classico ruolo di primo portiere, soprattuto chi gioca la Champions deve avere a disposizione tre numeri uno di livello. Inoltre tutte le squadre di prima fascia hanno ormai a disposizione monitor per studiare ogni fase di gioco, ogni azione. Noi usiamo molto questo tipo di supporto per preparare una partita, la tecnologia aiuta tantissimo».