19/03/2013 09:46
Il ricorso Il Cagliari (assistito dall'avvocato Grassani) fondava molto sulla sentenza del Tar, mentre la Federcalcio e la Roma ribattevano come le due cose fossero disgiunte: il Tar giudicava un vizio di forma, mentre il non poter giocare la partita era dovuto a problemi di ordine pubblico. Qualche obiezione è venuta sul deposito dell'ordinanza di arresto di Cellino, ma proprio in quelle pagine si evidenziava come l'impianto di Is Arenas non era agibile e quindi erano motivate le «porte chiuse». Quel provvedimento del resto non era mai stato appellato dal Cagliari.
Soddisfazione Soddisfatto l'avvocato Luigi Medugno che, con Letizia Mazzarelli, rappresentava la Figc: «C'è il nostro apprezzamento per il fatto che l'Alta corte abbia colto il punto essenziale della difesa. La gara non si era potuta giocare regolarmente per l'incauto invito di Cellino ai tifosi. A porte chiuse si poteva giocare, ma la situazione che si era venuta a creare dopo aveva costretto il prefetto a non farla giocare. Da qui la responsabilità diretta e oggettiva della società e le decisioni degli organi di giustizia federali che hanno trovato conferma nell'Alta corte».