E' sempre Roma-Inter

22/04/2010 11:11

Roma rinunciataria C’è da dire che la Roma schierata da Ranieri, stavolta, pare troppo sperimentale per dare garanzie di gestione sicura del match, anche perché il metronomo Pizarro (causa diffida) è preservato per la finale. Complice le esigenze da capolista, i giallorossi infatti schierano solo 6/11 dei titolari del derby, rilanciando Mexes, Brighi, Taddei, Baptista e persino il giovane Faty nell’incongruo ruolo di esterno sinistro. Risultato? Tiri in porta praticamente nessuno, visto che le ripartenze affogano puntualmente negli impacci di Toni e Baptista. Non a caso, l’ingresso di Menez e gli spiccioli di Vucinic costringono quanto meno gli avversari a preoccuparsi degli affondi, anche se in quel momento le linee non salgono più abbastanza per accorciare decentemente la squadra. Insomma, se per 80 minuti Julio Sergio si sporca i guanti solo due volte, nel finale soltanto gli errori di mira dei friulani salvano i giallorossi, rimasti in dieci per l’espulsione di Cassetti.

Voglia Sanchez La squadra di Marino, pur lamentando anche un contatto dubbio in area fra Brighi e Sanchez sullo 0-0, ha comunque il torto di regalare un tempo agli avversari. In avvio il tecnico bianconero piazza Sammarco e Asamoah a ridosso del tridente leggero. Il vertice basso della mediana, quindi, in partenza tocca a Isla, che scala al posto di Sammarco dopo che questi è costretto a uscire. Risultati modesti, anche perché Di Natale per un tempo sceglie ( troppo) spesso di rinculare fino a centrocampo per prendere palla e dettare lui l’azione, sguarnendo l’area. La ripresa è un’altra musica, ma in avvio due volte (2’e9’) Di Natale a centro area sciupa grossolanamente. La disperazione friulana, però, alla fine partorisce la tattica più giusta: lanci lunghi su cui Pepe e Sanchez possano tentare l’uno-contro-uno. L’esito finale è questo: un paio di mischie concluse con tiri a lato e soprattutto l’assist vincente di Inler a Sanchez, che fulmina Julio Sergio. È il 39’, tre minuti dopo un tiro di Inler colpisce il palo e carambola sul . È il segno dell’assalto finale, che però il neo entrato Corradi e Pepe non riescono a concretizzare. I titoli di coda, perciò, alla fine dicono ancora una volta Roma in finale per la 16a volta nella storia. Con 9 vittorie, la stella d’argento è a un passo, ma il 5 maggio occhio a chi si sente Napoleone.