20/09/2010 11:24
. Solo due pareggi e quindi due punti in campionato. Una miseria per un organico che, pur ridotto per alcune assenze, resta di primo piano.
Già dodici reti subite, coppe comprese, e solo quattro segnate (due, in omaggio: autogol di Cagliari e di ieri).
E tante chance lasciate agli avversari, in un crescendo da brividi: è andato più volte al tiro il Bologna di Malesani che il Bayern Monaco di Van Gaal. Alibi non ce ne sono. Lallenatore non incide più come un anno fa, gli interpreti sono terrorizzati dalla piega che sta prendendo lannata e i dirigenti preoccupatissimi. Finita in Banca durante lestate, per sintetizzare la soluzione trovata per tenere in vita la società, la Roma avrebbe dovuto vivere mesi di tranquillità. Invece è quartultima in classifica, con un punto in meno, dopo tre partite, rispetto al torneo scorso. Il sogno di lottare per lo scudetto sembra svanito: prima a parole, ascoltando il parere di Ranieri, e adesso nei fatti, mancando ancora il primo successo stagionale. Per riprendersi, lallenatore aspetta di recuperare alcuni titolari infortunati. Per riproporre la vecchia Roma. Ma lintenzione vive su una grande contraddizione: la bocciatura del mercato, con due rinforzi solo last minute (il tecnico li avrebbe voluti prima). E la voglia di tornare al 4-2-3-1 di Spalletti contrasta con le sette punte in rosa: ne giocherebbero al massimo due. Borriello segna subito al Bologna, primo attaccante a far centro in gare ufficiali: su lancio di Mexes e in fuorigioco di rientro, timbra allottavo di sinistro. Totti, un minuto dopo e da fuori, centra la traversa. I due saranno i più bravi. Il centravanti è il migliore: sta bene (grazie Allegri), fa salire la squadra, tira e combatte. Il capitano gioca un bel primo tempo: efficacia e qualità. Dietro, nel 4-3-1-2, Menez fa cilecca.
Ranieri usa De Rossi come terzo stopper e allarga Pizarro. La Roma ha mezzora di fiato: Di Vaio conclude alto, larbitro Peruzzo, errori e orrori in serie, toglie un gol buono a Juan, non è in fuorigioco, al trentunesimo. Cassetti chiede il cambio: ecco Burdisso junior, centrale destro che va a fare il terzino sinistro. La sostituzione non convince: per quel ruolo, meglio Cicinho. Su quel lato ha giocato e bene in passato. Il Bologna vede la Roma sulle gambe e inizia a spingere con il suo onesto 4-3-3: cross di Rubin, Mexes sfiora con la mano (possibile rigore) prima delle due conclusioni di Paponi, una che colpisce in pieno Julio Sergio e la successiva che si stampa sul palo. Lattaccante si infortuna, entra Gimenez che a destra manderà in crisi Burdissino. E la fine del primo tempo, ma è anche la storia del secondo. Il gruppo di Malesani concluderà dieci volte, sei con Di Vaio che, dopo gli sprechi, piazza luno-due della rimonta. In precedenza la resa di De Rossi, botta alla coscia, dentro Brighi e Pizarro di nuovo centrale, il rigore negato a Siligardi per uno sgambetto del cileno, il raddoppio giallorosso, testa di Burdisso junior deviata maldestramente da Rubin, osannato dal pubblico dellOlimpico quasi vuoto (meno di 30.000 spettatori), palo di Burdissino e ancora di testa. Dietro largentino non funziona. E nemmeno Juan. Dopo due parate di Julio Sergio su Di Vaio che a seguire si pappa una rete sparando in curva, Rosi si fa aggirare dallex laziale che incrocia di sinistro al trentaduesimo. Da metà tempo cè Simplicio per Menez dietro le due punte: il debutto del brasiliano non convince, anche perchè i compagni ormai sbandano. Meglio i cambi di Malesani: prima Casarini per Radovanovic e, sempre sul 2 a 0, Meggiorini per Siligardi. In due tempi Julio Sergio chiude Gimenez liberato da un regalo di Mexes che poi respinge su Meggiorini, bravo a buttarsi a destra per il cross, con Juan in ritardo, del pari di Di Vaio prima del recupero e dei fischi dellOlimpico.