Il Bologna di Pioli

13/09/2012 17:21

MARCO SE N'E' ANDATO - Se dici pensi a Marco Di Vaio. L'ex capitano ha trascorso 4 stagioni in Emilia: 143 partite e 65 gol, molti dei quali decisivi non solo per salvare dalla Serie B i suoi compagni, ma anche per permettere tranquille stagioni nei mari calmi di metà classifica. Nel gotha delle bandiere rossoblù ha raggiunto e affiancato campioni del calibro di Beppe Signori e Roberto Baggio. L'attaccante, cresciuto nelle giovanili della Lazio, quando ha incontrato il giallorosso ci ha sempre visto benissimo: sua la doppietta che nella terza giornata 2010/2011 ha permesso al di raggiungere un insperato pareggio contro la squadra di Ranieri andata in vantaggio con Borriello e Brighi; sua la rete d'apertura nel girone di ritorno dello scorso anno, quando solo un gioiello di su punizione salvò i giallorossi dall'ennesimo tracollo in casa. Ma se dici Di Vaio pensi al passato. A maggio ha salutato tutti in conferenza stampa ("Prima che possa sentirmi un peso per questa squadra, me ne vado"), ufficializzando il suo passaggio al Montreal Impact, dove ha raggiunto Nesta, Ferrari e Corradi.

DIAMANTI & CO. - Oltre a quella di Di Vaio, le partenze di Gaston Ramirez (Southampton) e Gabi Mudingay (Inter) hanno privato il dell'ossatura centrale, ma il riscatto di Alessandro Diamanti dal Brescia ha permesso a Stefano Pioli di impostare una squadra intorno a lui. L'ex fantasista del West Ham, complice il tasso tecnico che spicca sul resto della rosa, ha accettato di vivere una stagione da protagonista: contro il Milan i compagni lo hanno sempre cercato, lui si è preso palloni e responsabilità, ampiando il suo raggio d'azione a tutto campo. Inutile dire che i calci piazzati, dalle punizioni sulla trequarti ai rigori, sono roba sua. Se Diamanti è grande, i tifosi si augurano che Gilardino sia il suo profeta. Arrivato in prestito, spera nell'aria emiliana per tornare a essere decisivo: in quattro stagioni tra Piacenza e Parma ha relizzato 53 reti in 113 presenze. Gli arrivi di Pazienza, Guarente, Gabbiadini, Motta, Natali, Curci, Carvalho, Abero e Pasquato e le conferme di Taider e Kone servono a puntellare la rosa con esperienza e piedi buoni, ma è l'acquisto di Marti Riverola dal B che potrebbe rappresentare la vera sorpresa del campionato rossoblù.

IL MISTER - Sulla panchina del anche in questa stagione c'è Stefano Pioli. L'allenatore di Parma è arrivato al Dall'Ara alla sesta giornata del campionato scorso, in sostituzione di Pierpaolo Bisoli. E' rosanero la sua esperienza precedente, quando fu esonerato ad agosto da Maurizio Zamparini dopo l'eliminazione in Europa League contro gli svizzeri del Thun. L'ottavo posto dello scorso anno, a soli 5 punti dalla Roma, rappresenta il suo miglior risultato in Serie A e gli è valso un prolungamento contrattuale fino al 30 giugno 2014.

GLI EX - Nelle file del militano due ex giallorossi: si tratta di Gianluca Curci e Marco Motta, entrambi acquistati nella sessione estiva di calciomercato. Il non è propriamente un ex: il suo cartellino appartiene ancora alla Roma, essendo arrivato sotto gli Asinelli con la formula del prestito con diritto di riscatto. Considerato qualche anno fa come uno dei numeri uno più promettenti del calcio italiano, Curci ha pagato la stagione negativa con la Sampdoria e il conseguente calo fisico e psicologico. Ora lui e Agliardi si giocano il posto tra i pali. Motta ha militato in giallorosso nella stagione 2009/2010. Arrivato in prestito con diritto di riscatto dall'Udinese, il terzino di Merate ha disputato un anno tra alti e bassi: la sua prestazione negli ottavi di finale di contro l' stupì tutti ma le frequenti lacune difensive hanno convinto la Roma a non puntare su di lui. L'unico ex rossoblù nelle fila giallorosse è Pablo Daniel Osvaldo, l'attaccante del momento. L'italoargentino, numero 99 sulle spalle, viene acquistato nel gennaio 2009 dalla Fioentina per 7 milioni ma non riesce a sbloccarsi, tra guai muscolari e problemi di ambientamento. Dopo un anno, 3 gol in 25 partite gli valgono un biglietto di sola andata verso , sponda Espanyol.

Lorenzo Censi