La rivincita di Osvaldo

10/09/2012 14:21

All’epoca la decisione di Prandelli fu dettata da motivi disciplinari più che tecnici. A suon di gol però, Osvaldo è riuscito a riconquistare la fiducia del c.t. divenendo un punto fermo in vista dei mondiali del 2014.

Un attaccante che peraltro finora non ha ancora fatto vedere il meglio di sé. Esploso giovanissimo con la maglia del Lecce in serie B, Osvaldo a Firenze ha sofferto i paragoni e la pesante eredità lasciata da Batistuta. Gli infortuni e la negativa esperienza di ne hanno rallentato la crescita, fino al suo arrivo all’Espanyol, società che ha il potere taumaturgico di far maturare i giocatori e trasformarli in campioni (vedi Coutinho).

La scorsa estate Luis Enrique, sotto consiglio di De la Peña, lo volle alla Roma, imponendosi sul mercato al direttore sportivo che gli preferiva il brasiliano Nilmar del Villarreal. Per vincere la concorrenza dell’Atletico Madrid la Roma fu costretta a spendere 17 milioni di euro. Per qualche ora Osvaldo fu un giocatore colchonero; persino il sito internet Wikipedia annoverò l’attaccante tra le fila madridiste: poi l’assenza delle garanzie bancarie fece saltare l’accordo con l’Espanyol e la Roma fu brava a soffiarlo all’Atletico.

Nella sua prima stagione romana Osvaldo ha confermato le qualità tecniche, il senso del gol e la sua innatà generosità in campo; tuttavia i cronici infortuni muscolari ed alcune intemperanze caratteriali ne hanno limitato il rendimento, facendo vacillare i dirigenti giallorossi: motivo per cui quest’estate, se fosse arrivata un’offerta congrua, la società l’avrebbe presa in seria considerazione, valutando la possibilità di cederlo.

Per fortuna della Roma in questo caso ad imporsi è stato Zeman, che reputa l’italo-argentino fondamentale nei suoi schemi. Finora i fatti gli hanno dato ragione, con buona pace dei denigratori di Osvaldo, costretti ad inchinarsi di fronte alle magie dell’attaccante.