LA SFIDA NELLA SFIDA: De Rossi vs Pirlo

13/02/2013 18:15

QUESTIONE DI RUOLO – Il nuovo mister della Roma, Aurelio Andreazzoli, già dalla prima conferenza stampa è stato chiaro: “ giocherà sempre. Se lo meriterà”. Effettivamente Daniele, mai come quest’anno, ha ‘visto’ poco il campo: complici infortuni e prestazioni deludenti, l’ex allenatore Zdenek Zeman spesso gli ha preferito Panagiotis Tachtsidis nel ruolo di centrocampista centrale. Il numero 16 a inizio campionato è stato schierato anche da intermedio (come accade in nazionale al fianco di Pirlo), ma i movimenti tattici imposti dal boemo sono diversi da quelli richiesti dal ct Prandelli. Così e Tachtsidis sono diventati l’uno l’alternativa all’altro. Andreazzoli gli ha ridato subito fiducia: a Genova, nella partita persa per 3 a 1, ha consegnato le chiavi del suo centrocampo a 5 al biondo di Ostia. Daniele ha dimostrato in carriera di essere un giocatore duttile che può essere schierato non solo sulla linea mediana: già l’anno scorso Luis Enrique lo ha provato, con risultati altalenanti, da centrale di difesa. L’esperimento è stato riproposto con maggiore rilevanza da Prandelli: all’Europeo del 2012, giocò una sontuosa partita da centrale della difesa a 3 contro la Spagna. Veloce e rapido nel far ripartire l’azione, coprendo le spalle a quell’Andrea Pirlo che gli giocava qualche metro più avanti e che andrà ad affrontare da avversario sabato sera.

PIRLO – Il numero 21 juventino non ha la stessa capacità che possiede nel cambiare ruolo. E’ sempre stato abituato a giocare centrale, con ai lati due compagni. E’ stato così nel Milan, è così nella e accade la stessa cosa nell’Italia. Straordinario organizzatore di gioco, piede fatato, gran tiro, capacità di intravedere le trame di passaggio prima degli altri. Andrea Pirlo è tutto questo, ha riscoperto una seconda giovinezza da quando è stato acquistato a parametro zero dal club bianconero. Il Milan lo lasciò andare in scadenza non credendo più in lui: Massimiliano Allegri gli preferì Van Bommel nel ruolo di regista. Il tecnico rossonero cercò di fare la stessa cosa che ha provato Zeman con : dirottare Pirlo da centrale a intermedio. L’esperimento non andò a buon fine e Pirlo lasciò dopo 10 anni la squadra di Milano. La ringrazia e , anche per sfruttare a pieno le capacità del nazionale, ha plasmato la squadra intorno a lui.

E PIRLO – Daniele, una vita, fino a questo momento, dedicata alla causa giallorossa, interpreta il ruolo in maniera opposta rispetto ad Andrea. Il giallorosso rappresenta la grinta e la determinazione, la potenza e la forza; Pirlo è l’esteta del calcio, la classe e la tecnica. Leader assoluti in campo, cercheranno entrambi di condurre alla vittoria le proprie squadre.

 

Marco Iannelli