L'Atalanta di Colantuono

21/02/2013 21:00

ANCORA TU? Stefano Colantuono rappresenta, per eccellenza, il pericolo maggiore per i giallorossi, in quest’occasione. Se il suo passato non lascia indizi di rilievo, le sue simpatie per i colori romanisti sono più di una prova. Di casa a Cinecittà, Colantuono nasce nel 1962 nella Capitale. Da calciatore sfiora la sua à natale, muovendosi anche nel Lazio: gioca con e Velletri, oltre a Fermana, Ascoli, Maceratese e Sambenedettese. La sua prima esperienza da allenatore arriva proprio nel 2002 con Luciano Gaucci, sempre alla Samb, dove appena un anno prima aveva dato l’addio al calcio giocato. Subentrato a marzo, Colantuono si ritrova a fine stagione quinto in classifica e con la possibilità di giocarsi i playoff per la C1. Semifinale, finale e vittoria: la Samb viene promossa, traguardo insperato quanto celebrato a San Bendetto del Tronto. Privo di patentino da allenatore, il mister di Cinecittà è affiancato dal suo vice Matricciani. Il duo riesce a raggiungere i playoff anche in Serie C1, perdendo tuttavia la finale. Gaucci, visti i brillanti risultati, pensa al suo Stefano per il Perugia, ma ci sono voci contrarie: “Il binomio Samb-Colantuono non si deve scindere!”, si legge sul Riviera Oggi il 23 dicembre 2002.

In B ci arriva lo stesso, sempre con Gaucci: pronta per Colantuono c’è la panchina del Catania. Dopo un 8° posto, stavolta è davvero il turno del Perugia. E’ l’ultima con Gaucci, per Colantuono: dopo un’altra finale di playoff guadagnata nel 2004, il patron fugge nella Repubblica Dominicana e lascia i cocci in Umbria. Arriva il momento dell’Atalanta dove, anche grazie anche a Riccardo Zampagna, ottiene due ottimi risultati in fila: prima la promozione in Serie A con 81 punti (24 vittorie), poi l’ottavo posto e i 50 punti in Serie A, primato orobico nel massimo campionato da quando esistono i 3 punti per la vittoria.

Colantuono, forte di questi traguardi, viene accolto a Palermo da Maurizio Zamparini. Esonerato, richiamato, ancora esonerato: la turbolenta Palermo non verrà ricordata come una delle migliori gestioni del tecnico romano, ma spiccano vittorie importanti come quella contro il Milan. 18 punti in 13 giornate, infatti, non gli valgono la clemenza della ghigliottina: il primo esonero dopo il 5-0 subito dalla . Il suo sostituto Guidolin dura fino al 24 marzo: dopo 5 gare senza i 3 punti, ‘Zampa’ ci ripensa e consegna la panchina nuovamente a Colantuono, che termina la stagione. Non prima di aver battuto la (ah!, il calcio) al Barbera con un gol di Cassani all’89°. Gol da poco, Cassani (VAI AL VIDEO). Un "daje" sarà scappato? Il 4 settembre 2008, però, arriva il definitivo esonero: fatali le sconfitte con Ravenna (Coppa Italia) e Udinese. A mai più rivederci, con Zamparini. Nel 2009 riscende con il Torino in Serie B, ma non cambia il copione: ancora un esonero, ancora un trionfale ritorno. Con in granata prima viene sostituito da Beretta, poi riprende in mano la squadra e arriva ai playoff, perdendo però la finale col Brescia. 

ATALANTA - Dopo quella finale, Colantuono annuncia di esser già, di fatto e di nuovo, l'allenatore dell'Atalanta. Due piccoli miracoli sportivi in altrettanti anni ne fanno un eroe. Nonostante un avvio altalenante, nel primo anno conquista la promozione in Serie A vincendo per la seconda volta il campionato di B con l'Atalanta. Nella seconda stagione, 2011-2012, parte con 6 punti di penalizzazione (causa: calcioscommesse), annullando il gap con le altre nelle prime di campionato. Il finale di campionato regala 52 punti (46, con la penalizzazione),  con altrettanti buoni motivi per sorridere: è, ancora, il miglior punteggio mai ottenuto dall'Atalanta in Serie A. Ancora a Bergamo, ancora Colantuono. Tre di questi punti arrivano in casa con la Roma: con e Kjaer fuori per essersi mostrati "poco pronti", Colantuono si vide costretto a dire ai suoi di fermarsi sul risultato di 4-1. Una grazia (poco) sportiva che ancora brucia. 

E ORA? - La recente storia del club lombardo è firmata dal mister di Cinecittà. Nel passato più prossimo, l'Atalanta non è riuscita però a partire con la verve dell'inizio della scorsa stagione: l'avvio stentato, culminato con i 5 gol presi dal Torino, hanno fatto vacillare la panchina di Colantuono. Il punto di forza degli orobici sembra essere proprio il fattore campo: all'Atleti Azzurri d'Italia sono cadute e Inter. Al momento i nerazzurri di Colantuono sono al 15esimo posto con 27 punti (29, senza penalizzazione). Il ruolino di marcia: 8 vittorie, 5 pareggi e 12 sconfitte. 

COME GIOCA - Complice anche qualche infortunio, l'Atalanta spicca per il numero dei calciatori utilizzati: ben 32, a fronte dei soli 23 della Roma. Come ovvio che sia, alto anche il numero dei cambi: 2,9 di media a partita, solo in tre occasioni il mister romano non ha usufruito di tutte le sostituzioni. Sembra essere l'attacco il punto debole dello scacchiere orobico: appare misero lo score 3,6 tiri in porta di media a gara, terzultimo in Serie A. Aggiungiamo, a certificare la carenza di pericolosità dell'Atalanta: sono stati segnati, finora, solo 22 gol dai nerazzurri, di cui 9 dal solo Denis. Un ultimo dato: ben 72 finora le ammonizioni, quasi 3 partita (74 è il primato assoluto del Cagliari) . 

Colantuono schiererà probabilmente un 4-3-2-1, con Bonaventura e Brienza a supporto dell'unica punta Denis. Sicuramente assente a centrocampo Luca Cigarini, infortunatosi ai legamenti della caviglia: previsti in mediana Giorgi, Carmona e Biondini

EX - Pablo Osvaldo sarà l'unico ex in campo: tre gare a Bergamo nel 2006, prima di passare al Lecce, gli bastarono per (non) apprezzare il clima bergamasco: "Appena arrivato , il 12 gennaio, a ritrovarmi solo e sotto la neve nel giorno del mio 20° compleanno mi veniva da piangere. Mi sarei ammazzato...". Ecco, magari è meglio non dirgli che per domenica è prevista neve. 

Antonio Paesano