17/05/2013 14:22
CHI E' - "In questo calcio, non so se sono tutti come me", tuona in conferenza l'allenatore partenopeo il giorno prima della gara con la Roma. A suo dire, il perché ce lo dice la storia. Walter inizia la sua carriera come secondo di Ulivieri: prima Bologna, poi Napoli, dal '96 al '99 fa da vice al tecnico di San Miniato; sperimenta il primato in panchina all'Acireale in C2 nel 2001: 42 punti in 34 gare gli concedono una salvezza tranquilla e una posizione di metà classifica a fine anno. Non migliora di molto il suo score con il passaggio alla Pistoiese, stavolta in C1, con 44 punti in 34 gare.
A Livorno sale ancora di grado. Serie B, ed è subito promozione: i toscani possono contare sulla coppia Lucarelli-Protti, coppia capace di realizzare uno score complessivo di 54 gol; Mazzarri arriva terzo con 79 punti, a 4 lunghezze dalle regine d'annata Cagliari e Palermo, con quest'ultimo guidato da uno straordinario Luca Toni (30 gol in stagione).
Ma la stagione della consacrazione deve arrivare. Il colore è lo stesso, ma è nel profondo Sud che Mazzarri si fa conoscere: con la Reggina compie un vero e proprio miracolo sportivo nella sua prima stagione sullo stretto, con 44 punti e un inaspettato quanto insperato decimo posto. Senza stelle in rosa, il tecnico toscano porta i calabresi a pari punti con la Lazio, qualificata per l'Intertoto. Passa altre due stagioni a Reggio calabria, con fortune alterne. Nel 2005-2006 riesce comunque a salvarsi, nonostante un avvio stentato. Nell'annata 2006-2007 arriva il secondo miracolo sportivo, addirittura sugellato dalla virtuale qualificazione all'Intertoto. Lo scandalo Calciopoli renderà vani gli sforzi calabresi, che pur arrivano a fruttare 51 punti. In evidenza Rolando Bianchi: ben 18 gol in stagione per l'attaccante bergamasco. L'addio al presidente Foti ce lo spiega lo stesso Mazzarri: "Ho ascoltato le offerte, poi ho scelto Genova con la massima trasparenza, solo a fine campionato".
Approda alla Sampdoria nel 2007 e si ritrova a gestire un gruppo formato da calciatori del calibro di Montella, Cassano, Palombo, Maggio e Campagnaro. La rosa è incompleta, ma competitiva: Mazzarri riesce ad ottenere la qualificazione alla Coppa Uefa, piazzandosi al sesto posto con 60 punti. Dopo la seconda stagione, deludente per prestazioni e risultati, il tecnico toscano lascia Genova.
A settembre 2009 sostittuisce sulla panchina del Napoli Roberto Donadoni, esonerato alla settima giornata. Da settembre 2009 ad oggi è storia contemporanea: "Nessuno si sarebbe aspettato che...", così inzia ogni elogio alla propria persona Walter Mazzarri, in riferimento ai risultati raggiunti dal suo Napoli. I numeri, a conti fatti, concedono qualche lusso dialettico al mister di San Vincenzo: 181 gare sulla panchina azzurra, di cui 89 vinte. Una media corposa per una rosa sempre competitiva, ma sempre e comunque premiata oltre il valore singolo di ogni calciatore, spesso inferiore a quello altre squadre. Giocatori altresì mediocri trovano con Mazzarri un catalizzatore di energie e agonismo senza eguali: accanto agli inesperti Hamsik e Lavezzi troviamo gregari come Aronica, Grava e Blasi. Un mix a tratti azzeccato, a tratti inconcludente, che porta il Napoli a giocarsi alla pari gare con Chelsea, City e Bayern Monaco. Queste notti europee inebriano il popolo azzurro, giunto alle porte dell'annata 2012-2013 con un obiettivo: lo scudetto. Nel frattempo è arrivato ed esploso Edinson Cavani; non è proibito sognare in un campionato che sin dai primi vagiti sembra non mostrarsi così competitivo, soprattutto tra le big. La Juventus scappa via, Napoli e Inter provano a starle dietro, faticando non poco a tenere il passo dell'armata di Conte. Il resto è cronaca di ieri: gli azzurri di Mazzarri chiudono al secondo posto, confermandosi sul campo unica possibile antagonista della Juventus in quest'annata decisamente a senso unico e bianconero.
EX - Nessuno. La Roma affronta il Napoli senza facce note a comporre l'organico avversario. D'altronde, supponiamo non serva: a fine partita cadrà ogni ostacolo all'annuncio riguardo il futuro di Mazzarri. Che sia pronto per l'Inter o che abbia optato per la Capitale, poco cambia: dall'inutilità di una gara priva di ambizioni sportive, si passa ad un match in cui ogni gesto e ogni parola saranno oggetto di articolate elucubrazioni sulla prossima scelta del tecnico toscano. Una delle tante partite senza scopi, ma con mille significati.
Antonio Paesano