31/03/2016 18:26
ESCLUSIVA LR24 - Nel corso del 'Media Day' organizzato dall'As Roma all'interno della sala stampa di Trigoria, il portiere giallorosso Morgan De Sanctis è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni. Queste le sue parole:
Vista la stima che ha dimostrato la società, attraverso anche le ultime dichiarazioni di Pallotta, saresti disposto a rinnovare il contratto anche con un ruolo marginale, che non preveda il tuo impiego se non in casi di emergenza e magari agendo da 'chioccia'?
"Io questo discorso l'avevo affrontato anche l'anno scorso. Quando firmi un contratto con una società importante come la Roma lo firmi come portiere, non c'è scritto sul contratto che sarai il portiere titolare o il portiere di riserva, che giocherai 50 partite o che ne giocherai 5. Sei il portiere della Roma quindi ti devi mettere a disposizione allenarti bene e offrire il miglior contributo possibile all'allenatore, che poi farà le scelte. Rispetto ai primi due anni questa è stata un stagione che mi ha visto meno protagonista sul campo perché prima Garcia e poi Spalletti hanno deciso che il titolare dovesse essere Szczesny. Da questo punto di vista credo che la società abbia apprezzato il mio comportamento, in riferimento anche alle parole di Garcia, di Spalletti e le ultime di Pallotta. E' una cosa che ho fatto naturalmente perché nell'arco della mia lunga carriera anche in altre circostanze ho dovuto fare il secondo o il terzo portiere e ho sempre combattuto all'interno dello spogliatoio e tirato le orecchie a quei giocatori che si comportano in una maniera quando sono titolari e in un'altra quando sono meno protagonisti. Questo è un fatto naturale, di buon senso, di intelligenza, di mettersi a disposizione dei compagni. Il mio è un discorso semplice, quasi alla fine di questa stagione ho raccolto tutta una serie di feedback grazie ai quali posso dire di sentirmi nelle condizioni di poter continuare a fare il calciatore".
Hai dovuto tirare le orecchie anche a qualcuno qui dentro la Roma in questi anni?
"Può succedere, alcuni giocatori lo fanno perché sono poco maturi altri perché sono un pochettino più egoisti, capita. Sta nella normalità delle cose, perché ogni anno c'è un gruppo di giocatori che ha carattere, educazione e interessi molto diversi. Basti solamente pensare a tutte le nazionalità che compongono lo spogliatoio. Bisogna quindi fare un discorso che poi faccia prevalere l'interesse comune e non quello personale, se c'è bisogno lo si fa senza problemi".
"Per tornare al discorso mio, io ho dato la disponibilità alla società di continuare da calciatore perché ho raccolto delle sensazioni positive all'interno di tutta la stagione. Mi sono allenato, non ho avuto particolari problemi fisici, come in tutta la mia carriera, quindi mi sento ancora competitivo. I test fisici e atletici dicono questo. E perché non raccogliere una nuova sfida al di la del fatto se si tratterà o meno di stare dietro a questo ragazzo brasiliano (Alisson, ndr) che arriverà qui per giocare? Lo valuteremo, non c'è nessun tipo di problema. Il mio obiettivo è quello di continuare a giocare, se sarà nella Roma sarò ancora più contento".
Ti sei sempre esposto sul tema relativo ai tifosi, qualcuno è anche rimasto scontento dei tuoi interventi. Nell'arco del tempo, soprattutto dopo quel 'famoso' Roma-Fiorentina, questo rapporto è stato possibile ricucirlo con parte della tifoseria o magari sarà possibile farlo in futuro?
"Io se raccolgo quelli che sono i miei contatti diretti con i tifosi della Roma penso di avere un bel rapporto. Chiaramente sono arrivato soltanto 3 anni fa, non ho giocato tantissimo tempo nella Roma, anche se le prime due stagioni sono state importanti e questa stiamo cercando di rimetterla apposto perché magari ci aspettavamo qualcosa in più, però per quello che mi riguarda, in riferimento a quel Roma-Fiorentina, io ho semplicemente detto che quel tipo di manifestazioni non potevano essere uno slogan positivo per il calcio e per la tifoseria romanista, magari qualcuno che ha fatto in modo che quella cosa avvenisse se l'è presa. Il calciatore si prende la responsabilità degli insuccessi sportivi e non è per niente contento se la squadra perde, poi la tifoseria ha tutto il sacrosanto diritto di manifestare il proprio dissenso rispetto a dei risultati sportivi. Però quando si esagera un pochettino e si travalica la linea della contestazione consentita io credo che sia anche diritto di chi subisce la contestazione poter dire di non essere contento di subire un certo tipo di attacco. Da qui a dire che io ho un rapporto cattivo con la tifoseria non credo, anzi non mi sembra proprio. Immagino che i tifosi che mi hanno visto giocare sanno che tipo di lavoro svolgo nella Roma e possono essere contenti dell'impegno e della dedizione che ho verso la mia professione e quindi verso la Roma che da 3 anni a questa parte mi ha in rosa".