22/06/2023 21:51
Il calcio come la politica è fatto di incontri. Perché la politica è in ogni cosa che comporta contatti, confronti, strategie, anche fossero soltanto condominiali. Non deve avere contorni eclatanti un appuntamento fra il presidente della Roma, Friedkin, e Mourinho, in Portogallo, anche quando avviene nel giorno della maxi squalifica Uefa. Fa parte di un confronto magari accelerato dagli eventi, comunque dai contenuti privati, e chi prova a dare interpretazioni, lancia in aria la monetina scegliendo testa o croce, avendo il 50% di possibilità di avere dato la versione giusta.
Politiche calcistiche come nella politica da Palazzo Chigi. L'Uefa ha i suoi sottoinsiemi. Come i gruppi parlamentari. C'è chi siede al tavolo che conta coi presidenti che contano, e chi decide di non stare più nell'Uefa Football Board, perché non ci si ritrova più, e allora restare sarebbe una forzatura mentre uscirne diventa un segnale chiaro come la luce del sole. Mentre Tiago Pinto continua a lavorare al mercato, fra cessioni e ingaggi, nel triangolo Roma-Setúbal-Londra si disegnano i contorni della convivenza e ci si confronta sulle scelte soggettive in rapporto al sistema calcio continentale.