13/12/2017 23:56
DA VIALE DELLO SCALO DI SAN LORENZO EMANUELE ZOTTI - Alle ore 18, presso lo Spazio ex-Dogana in viale dello Scalo di San Lorenzo, verrà presentato “Dimmi cos'è”, il libro dedicato ai novant'anni della Roma. Il libro, a cura di Tonino Cagnucci e Luca Pelosi, pubblicato dalla casa editrice Skira, ripercorre la storia del Club, con illustrazioni, disegni d’autore e fotografie inedite. Una storia talmente magica che è raccontata attraverso le parole di Agostino Di Bartolomei. Lo storico e indimenticato capitano della Roma accompagna un bambino in un viaggio fantastico nei novant'anni di storia della Società.
All'evento prenderanno parte il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni e due grandi bandiere giallorosse: Aldair e Sebino Nela.
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19.05 - Termina la presentazione. I presenti scattano la foto di rito con il libro e lasciano l'edificio
18.20 - Inizia la presentazione del libro. Prende la parola Mauro Baldissoni:
"La storia della Roma viene fatta tutti i giorni. Questo per noi è un momento particolare perché abbiamo aggiornato una parte di storia. Da quando è arrivata la nuova proprietà stiamo lavorando ad un archivio storico. Da qualche anno stiamo lavorando per raccontare la storia della Roma. Siamo estremamente orgogliosi che ora questo archivio storico sia stato messo su carta. La Roma è una fede, una parte di tutti noi. È una sorta di famiglia e lo sarà per sempre“.
Le parole di Luca Pelosi: "Ci si può identificare un bambino e un adulto. Ha delle immagini meravigliose, che tutti noi abbiamo visto, ma che si possono vedere da un’altra prospettiva, anche immagini che pensavi di avere in testa. È un libro sulla storia della Roma ma non è un libro storico. Inizia spiegando che la Roma non è nata, c’è sempre stata. La Roma è ogni volta che il cuore batte per la tua città, può avere una data di nascita? No. Può avere una data di fine? No. È una storia infinita. E come la storia infinita, nel momento clou il protagonista capisce che quello che sta leggendo in realtà lo sta anche scrivendo, lui stesso è protagonista di quello che sta accadendo. Sta cercando un nome, si sta chiedendo che nome ha la cosa che vive. Spero tanto che qualcuno, leggendolo, possa provare una sensazione molto simile. La storia della Roma non la fanno solo quelli che la stanno facendo, ma l’abbiamo fatta, la scriveremo sempre tutti".
Interviene Marisa Di Bartolomei: "Complimenti alla Roma. A proposito della Coppa dei Campioni, c’è quella pagina in cui Agostino dice che qui comincia tutto. È una cosa fondamentale, tutte le cose sono destinate a finire, ma allo stesso tempo ricominciano".
Sebino Nela: "Senza presunzione, sono orgoglioso della mia storia. Orgoglioso perché ho fatto parte della Roma quando ha cominciato a essere rispettata in Italia e in Europa. Forse abbiamo vinto poco, si poteva fare di più. Siamo tra i pochi ad aver perso due finali internazionali all’Olimpico. Ricordo che le giornate più belle sono state quelle delle sconfitte. Credo che nessuno di noi possa conoscere meglio cos’è il popolo di questa squadra quando perde. Sono state giornate belle, eravamo arrabbiati per i risultati, a vincere sono buoni tutti in tutte le parti del mondo. Ho giocato anche in nazionale, ho affrontato squadre blasonate, c’era un po’ questa invidia dei nostri colori. Perché erano estasiati dall’Olimpico, dal clima, dall’ambiente. Io un Dimmi cos’è ce l’avrei. Nella vita tutti siamo stati innamorati. Quando sei innamorato sei possessivo, sei geloso, il cuore ti batte a mille. La presentazione potrebbe essere questa. È difficile da spiegare. Mi ritengo fortunato, quando entri nello spogliatoio ti metti la maglia addosso. Quando indossi questa maglia hai i brividi, come quando sei innamorato, che possessivo e geloso, forse è paragonabile a questo. Questa società si è impegnata molto in diverse iniziative e io, Sebino Nela, dico grazie alla As Roma. Tutti quelli che sono andati via e non hanno potuto chiudere la carriera qui, incluso io, sono rimasti dispiaciuti ma il calcio è anche questo. Forse qualcuno più di altri avrebbe meritato di chiudere la carriera a Roma. Agostino è stato quello che ci ha aiutato di più appena arrivati, era una persona difficile da prendere, molto chiusa, ma lui per noi era la Roma. Tutti i giorni. È stato il primo a trasmettere questo senso di appartenenza a tutti noi. Ci dava sempre dei consigli. Anche Conti e Pruzzo avevano sviluppato questo senso di appartenenza. Cosa mi disse Ancelotti il giorno del mio infortunio? Non ricordo le parole ma mi disse che sapeva cosa si provava. La squadra di calcio è un gruppo, una famiglia, 11 compagni di squadra sbattono qualsiasi muro e questo è utile per il raggiungimento di qualsiasi obiettivo. Un solo anno con Aldair? Non era un granché (ride, ndr). Credo sia stato uno dei migliori al morendo anche se non aveva il fisico!".
Aldair racconta cosa rappresenta per lui la Roma: "La Roma è passione, amore e sangue. Sono contento che Strootman abbia preso la maglia numero 6, qui alla Roma sono passati tanti campioni, ne abbiamo la prova qui in questo libro, da Conti a Nela, ci sono stati tanti campioni. Di Francesco sì mi ha sorpreso come allenatore, sta facendo bene, sono anche andato a trovarlo a Trigoria. Sono felice di aver avuto la possibilità di giocare in questa squadra".
Interviene ancora Baldissoni che chiude la presentazione: "La storia non si riscrive, si racconta. Noi dobbiamo raccontarla con orgoglio, anche le parti che non ci piacciono, fanno parte di noi anche quelle. Come diceva Nela sono quelle che ci formano e contraddistinguono. Sono sicuro che mentre parlava avesse in mente Roma-Bayern, diventata famosa per il coro Che sarà sarà lungo 30 minuti. Io ero lì, in Curva Sud, e stavamo rosicando. C'era il settore ospiti abbastanza pieno, era un canto che non celebrava il risultato ma quello che eravamo. È un momento che ci contraddistingue, che viene rivendicato con orgoglio. I passaggi a vuoto, tristi e negativi, devono essere accettati e non dimenticati. Si deve lavorare affinché non ritornino, però non si deve dimenticare nulla".
18.15 - A margine dell'evento Aldair è stato intercettato dai cronisti presenti. Queste le sue parole:
Che cos’è per te la Roma?
Amore, passione. Chi non la ama la odia, la Roma è la Roma.
Come gioca Jesus?
Lo sto seguendo da parecchi anni, dal Brasile e anche da quando è in Italia. Sta facendo molto bene a Roma con Di Francesco.
La Roma in Champions contro lo Shakhtar ce la farà a passare?
Voglio vedere, manca così tanto, ci sono tante partite da giocare e bisogna cercare di arrivare il più in forma possibile. Mancano veramente tante partite. La Roma adesso deve pensare al campionato, Coppa Italia. Il sorteggio è andato abbastanza bene.
Come vedi Totti da dirigente?
Sempre bene. Penso che non si può giocare tutta la vita. Lui ha scelto di fare il dirigente e sono contento. E’ chiaro che adesso servirà un po’ di esperienza, è il primo anno, è un altro mondo anche se è sempre calcio.
Impressioni su Di Francesco?
Mi piaceva già dal Sassuolo, non è una sorpresa quello che sta facendo adesso, niente da dire. Vedevo come giocava l’anno scorso quindi è tutto normale. Penso che la squadra non è arrivata al punto che vuole lui, serve un altro po’ di lavoro perché non è facile in sei mesi. Ha iniziato molto bene.
E’ pronto per un grande palcoscenico come la Champions?
La Roma deve vedere il campionato, manca ancora tanto. Bisogna arrivare in forma in quel periodo. Adesso abbiamo campionato e Coppa Italia, dobbiamo pensare a questi.
La Roma ritirò la tua maglia. Ritireresti la 10 o qualcuno merita di indossarla?
Non so chi la può mettere la maglia di Francesco. Sarà un peso ma prima o poi qualcuno la deve mettere, deve decidere la società.
18.05 - Presente anche Sebino Nela
18.00 - Arrivano Mauro Baldissoni e Aldair