02/04/2011 12:30
Molto più di una sfida professionale, probabilmente qualcosa di simile a un riscatto morale per quanto gli avevano tolto in passato. Una cosa che «intriga e appassiona» perché Baldini a Roma ha ancora un pezzo di cuore dopo quell'addio amaro dal quale uscì comunque a testa alta lasciando però a metà un progetto che poteva diventare davvero qualcosa di importante. Nessun compromesso, impossibile lavorare in quel modo, così come umiliante entrare in un sistema da dna famigliare troppo circoscritto e che ha tarpato le ali per anni a idee, talento e fantasia. Ma il feeling tra Baldini e Franco Sensi, sono rimasti nel cuore dei romanisti che lo stanno aspettando come manna dal cielo, una sorta di Messia: anche troppo verrebbe da dire, ma questa è Roma con le sue follie e i suoi eccessi. Prendere o lasciare! Baldini nella sua testa la scelta l'ha già fatta, perché la voglia di rimetter mano a quel sogno è viva, forse più di prima visto che con DiBenedetto si sta veramente voltando pagina. Si può ripartire da zero, salvando quello di buono che c'è, sfruttando al meglio le nuove energie e intelletti, ma soprattutto senza continuare ad elemosinare favori e amicizie a destra e manca. Probabilmente tornerà ad essere quella Roma «contro» che era l'ambizione del presidente Franco, uomo sempre di traverso rispetto alle strane manovre del Palazzo e che l'allora ds condivise in un nanosecondo. Tornerà ad essere una Roma che pensa anche a lungo termine, non guarda solo sotto al proprio naso e avrà finalmente l'atteggiamento internazionale che questo marchio straordinario merita. Tornerà ad essere semplicemente la Roma. L'importante sarà salvare i soldati che sono quelli che fanno le guerre: in prima persona, mentre di generali sono pieni gli sfaffali. Insomma alla fine... tutto come ampiamente previsto! Questione di convergenze.