22/04/2012 11:28
E sempre a malincuore. Perché se cè una certezza nella Roma di Luis Enrique è lui: Erik Lamela. Il sempre presente. Uno dei più giovani della rosa, ventanni appena compiuti, un talento enorme, un feeling con il gol da migliorare, una capacità di leggere le partite destinata a crescere. Inevitabilmente. Alletà sua e venendo da un altro mondo, non solo calcistico, ci mancherebbe altro. Stasera sarà chiamato a unaltra prova importante. Coi piedi. E su quelli neanche cè da discutere. Ma anche con la testa. (...) E si ritroverà di fronte quegli avversari che in Coppa Italia lo hano provocato dal primo allultimo minuto.
Ventiquattro gennaio, Lamela viene preso di mira. I giocatori della Juve sono smaliziati, lui resiste nel primo tempo. Poi si innervosisce e a metà del secondo viene espulso per fallo di reazione su Chiellini. Le telecamere mostrano solo il momento finale della scena, non fanno vedere quello che succede in campo, tutti si interrogano sul reale andamento delle cose. Ci vuole, qualche giorno dopo, unintervista al Romanistain cui Lamela dice: «Ci siamo strattonati a lungo, prima sè messo lui davanti a me e io ho cercato di togliermelo da davanti, ma non ci sono riuscito. È stata una normale cosa di pallone. Ci siamo strattonati, lui continuava e io per scrollarmelo di dosso lho preso. Lho colpito.Però non cera nessuna intenzione di fargli male, a questo ci tengo, lho fatto solo per liberarmi. E ho sbagliato».
Quella di Torino è stata la prima espulsione della sua carriera. Ha chiesto scusa ai compagni e alla società, attraverso lintervista al Romanisto lha chiesta anche ai tifosi. Perdonato. Senza alcun dubbio. Grazie a un inizio folgorante di stagione. Ha stregato tutti e non solo col gol al Palermo con cui ha bagnato lesordio. Ci sono state prestazioni importanti, giocate notevoli e anche un atteggiamento complessivo che ha conquistato tutti.
Da quella sera di gennaio in Coppa Italia qualcosa però è cambiato. Lamela ha continuato a far vedere sprazzi del suo talento ma non è stato più lo stesso. Stasera ha loccasione di scrollarsi di dosso tutto quanto. Proprio in quello stadio, dove nessuno ha mai vinto. (...)