Rocco, Capello e le minestre riscaldate vincenti

23/05/2012 10:15

Questo secondo caso è quello che, a nostro giudizio, potrebbero vivere i tifosi della Roma se la scelta del nuovo allenatore giallorosso cadesse su Montella o Zeman, i due nomi maggiormente sognati dalla gente romanista. Il primo per tutta la sua lunghissima storia vissuta a Trigoria prima da calciatore e poi da tecnico; il secondo per la bellezza delle sue idee calcistiche, l’onestà intellettuale che ha sempre dimostrato di avere e la costante battaglia al malaffare dilagante nel nostro calcio sposata in pieno dalla tifoseria di una squadra che con questo non ha mai avuto a che fare. E poi entrambi si sono già seduti sulla panchina romanista ottenendo comunque buoni risultati, se calcoliamo le circostanze in cui si trovarono ad operare e le squadre che ebbero a disposizione. Senza dimenticare che la stessa storia giallorossa dimostra che dalle nostre parti la «minestra riscaldata» ha già funzionato. Ci riferiamo, ovviamente, a Nils Liedholm, che venne portato una prima volta alla Roma da Anzalone dal 1973 al 1977 e la seconda da Viola dal 1979 al 1984, periodo nel quale mise a frutto quanto aveva imparato nel quadriennio precedente della nostra à arrivando così a costruire la squadra da scudetto che tutti ricordiamo sempre con immenso affetto.

Poi Liedholm tornò anche una terza e una quarta volta, a dimostrazione di quanto fosse profondo il legame con la società di Trigoria. Anche il suo eterno rivale degli anni ottanta Giovanni Trapattoni fu protagonista di un ritorno vincente alla dopo averla lasciata nel 1986. Ci riferiamo al quadriennio rivissuto a Torino dal 1991 al 1994 nel quale conquistò la Coppa Uefa.E che dire di Nereo Rocco, del quale quest’anno si celebra il centenario della nascita con una bellissima mostra tuttora aperta a Trieste, sua à natale? Dopo aver vissuto un periodo d’oro al Milan dal 1961 al 1963 (in cui conquistò un campionato e una Coppa dei Campioni) vi tornò vincendo ancora di più di prima dal 1967 al 1974 (uno scudetto, una Coppa dei Campioni, una Intercontinentale, due Coppe delle Coppe e altrettante Coppe Italia), a dimostrazione che il ritorno spesso e volentieri paga eccome. Allargando il discorso all’Europa, che il ritorno possa finire bene anche perché in esso si evitano di fare gli errori commessi nell?esperienza già vissuta, lo dimostra la storia molto attuale di Jupp Heynckes, l’allenatore del Bayern Monaco sconfitto ai rigori dal Chelsea nella finale di . Sulla panchina dei bavaresi si era seduto già dall’87 al ’91 (quando vinse due campionati e altrettante Supercoppa di Germania) e poi nel 2009. Grazie a queste vite passate quest’anno è riuscito a costruire un Bayern strepitoso, protagonista di una 2011- 12 eccezionale, poi persa solo per la sorte avversa e non certo per colpe sue.