Luis Enrique: «Bene così»

02/10/2011 11:37

A differenza di altre volte, la squadra, subìto il gol, dopo qualche minuto di sofferenza si è subito ripresa. Segno di maggior fiducia? «Credo di sì. Sapevamo che sarebbe stata un partita difficile, contro la squadra più in forma del campionato. Ma devo riconoscere che i ragazzi hanno saputo far bene e meritano i complimenti». Quelli che, a lui e alla squadra, arrivano anche in sala stampa. Nella partita forse più bella, ma anche con il minor possesso palla. «Perché è uno sport che ha bisogno di due squadre. E noi abbiamo bisogno di farlo diventare un’arma sempre più contundente. Siamo stati anche in difficoltà, perché avevamo di fronte un avversario che sa giocare, con Cigarini, Moralez e gli altri. Ma credo anche che il ritmo di gioco che abbiamo impresso sia stato migliore».

L’emozione della prima vittoria all’Olimpico. C’era pressione, in tal senso? «No. Avevamo soprattutto bisogno di trovare la simbiosi tra tifo e squadra. E quando c’è questa fiducia, l’appoggio dei tifosi diventa importantissimo. E’ stato bello vedere che anche quando abbiamo incassato il gol, l’Olimpico ci ha aiutato. Evidentemente, ai tifosi piace il calcio che proponiamo, l’intenzione che mettiamo nell’andare in gol, nel pressare alto, nel recuperare la palla velocemente… Ed è importante sapere che lo stadio fa tutto il possibile per permetterci di ottenere la vittoria».

Questo non vuol dire che si senta più compreso dai tifosi che dalla critica. «Mi preoccupo soprattutto del mio lavoro e di fare del mio meglio nel rapporto con la squadra. Sono contento perché penso che per progredire su questa strada abbiamo bisogno di 24-25 giocatori e non solo di 12 o 15. Così come so che dopo due vittorie c’è ancora tanto da migliorare». Fabio Simplicio? «E’ un esempio di ciò di cui sto parlando. La squadra non è fatta di pochi giocatori. Lui non è andato in ritiro, ma si è allenato, mi ha convinto e si è messo a disposizione. Complimenti per il suo lavoro e il suo ruolo».

Il tridente di ieri sera può dirsi quello titolare? «Sono contento di avere tante possibilità come punte: , Borriello, Osvaldo, Bojan, Francesco, Lamela... E’ una situazione molto positiva. E ho bisogno di questa concorrenza. Non ci sono titolari, e gioca chi sta meglio. un’alternativa a ? Speriamo che giochino sempre insieme, perché più giocatori di qualità ci sono in campo, meglio è per l’allenatore».

Il tema tattico gira sempre intorno al possesso palla. «E’ importantissimo – continua il tecnico – ma non deve essere in orizzontale, quanto piuttosto finalizzato all’andar in porta e a far gol. Complimenti all’Atalanta che ha saputo riequilibrarlo. Ma quando in una partita è al 50 e 50, non c’è il controllo che io voglio. Perché se la squadra è lunga, è anche più facile da battere. Se si è più corti, invece, si riesce meglio a controllare tutte le situazioni di gioco. Nei calciatori deve esserci voglia e fame, e quando le cose vanno bene, ancora di più. E’ la sola strada che conosco. Ora c’è il derby. Tenteremo di vincere, senza alcun dubbio. Ma di una cosa sono sicuro: che avremo sempre il tifo dietro di noi».