Panucci, rapporti tesi anche con Baldini

06/02/2009 09:57


Da quando infatti è scoppiato il caso legato all'ex azzurro — che Spalletti ha voluto fuori anche dalla lista — la squadra giallorossa in una settimana ha perso quasi tutti gli esterni difensivi. Nell'ordine: Cassetti (due mesi di stop), Riise (un mese) e ieri il brasiliano Cicinho, che in uno scontro di gioco ha subito una lieve distorsione al ginocchio , per fortuna non grave. Insomma, una maledizione, che è parsa attenuarsi dopo la risonanza magnetica a cui l'esterno è stato sottoposto nella clinica Villa Stuart su indicazione del dottor
. «È tranquillo, perché il dolore sta passando», ha detto il suo manager Sarti. Vero, ma è logico che per la sfida col è in dubbio, tant'è che ieri Spalletti — che con Panucci si è quasi ignorato — si è fermato a lungo con Motta per catechizzarlo in vista di un possibile esordio.


Inutile dire che il rimpianto su Christian cresce in linea con l'imbarazzo societario sulla vicenda. In ogni caso, pur mugugnando sulla questione della lista Uefa, la dirigenza si schiera con l'allenatore. «Non ci devono essere distrazioni in questo periodo — dice Bruno Conti —. Occorre pensare al campionato e a rimontare in classifica. È necessario un gruppo unito, forte, che non perda tempo su altro. Se qualcuno prova a creare dei problemi, bisogna gestirlo, arginarlo. Panucci? Non accettare di andare in panchina non è una cosa bella. Prendete Brighi, lui sì che è un esempio di correttezza, si è fatto trovare pronto, e non ha mai messo in discussione le scelte. O in altre squadre prendete Del Piero: quando è stato sostituito, ha fatto una scenaccia sbattendo la giacca sulla panchina, ma poi è finita lì. C'è una grande differenza. Le scuse? Anche se arrivano a distanza di tempo, bisogna cercare di accettarle. Il nostro punto di riferimento è Spalletti, siamo con lui. Il gruppo deve andare avanti, indipendentemente da Panucci. Motta è già rodato, può entrare a far parte del gruppo, per dare il suo contributo. D'altronde il si batte con serenità, concentrazione e coesione».


Proprio quello che servirebbe a una Roma affogata nei veleni. Un esempio? Si è saputo che nel fatidico pomeriggio di , quando Panucci fu escluso dai titolari e avvenne il gran rifiuto della panchina, all'uscita dello spogliatoio il difensore litigò duramente anche con Daniele Baldini, formalmente osservatore giallorosso, ma in realtà rude alter ego spallettiano in campo e fuori, fortemente indiziato di scarsa simpatia sia nello spogliatoio che nei piani medi e alti dirigenziali. Insomma, la persona più sbagliata per trattare con un Christian arrabbiatissimo. E gli esiti sono sotto gli occhi di tutti. Come dire: chi tifa giallorosso, meglio strofini tutti gli amuleti a disposizione.