Juan: "L'anno prossimo vedrete la vera Roma"

08/07/2009 19:54

.

Il difensore brasiliano, a pochi giorni dall'annuncio del rinnovo del contratto con la società giallorossa, si racconta in un'intervista a La Roma di luglio. Ecco il testo integrale

Chiacchiere e distintivo»: così in un “cult movie” un magistrale Robert De Niro nel ruolo di Al Capone apostrofa l’avvocato che l’ha appena fatto arrestare accusandolo di essere tutto fumo e niente arrosto. Ecco, il buon De Niro de “Gli Intoccabili” avrebbe invece di certo stimato il nostro Juan Silveira Dos Santos, solo fatti e pochissime parole, leader in campo senza squilli di tromba fuori: è infatti lui, che ha appena scelto di legarsi al club giallorosso fino al 2013, uno degli uomini simbolo della nuova Roma, di una squadra che, oltre alle qualità delle sue stelle, punta molto sul collettivo e che fa quindi affidamento sempre più su questo leader silenzioso rispettato da tutti, dentro e fuori il campo.

È proprio il numero quattro giallorosso, che cerca quasi ostentatamente il basso profilo, che siamo andati a incontrare per i nostri lettori, per fare un bilancio della stagione finita il 31 maggio e per aprire la porta a quella che sta per cominciare, che per molti dei futuri protagonisti, Juan in testa, «farà vedere qual è la vera Roma».

 

Roma-Juan, insieme fino al 2013: a dispetto di chi associava ogni giorno il tuo nome a un club diverso da quello giallorosso…

«Una scelta assolutamente facile per me: amo il club e la à, la mia famiglia qui si trova benissimo. Non potevo avere altre idee per la testa: a Trigoria sono felice e ho un bel rapporto con la tifoseria. Mi sembra difficile chiedere di più…».

 

Cosa chiedi invece alla Roma del futuro?

«Io sono convinto che siamo una squadra importante e che possiamo tornare da subito a lottare per le posizioni che ci competono…».

 

ha recentemente detto che il club può tornare in corsa per il quarto posto: tu che ne pensi?

«Non voglio fare pronostici. Ripeto, dico che abbiamo le potenzialità per essere competitivi… poi sarà il campo a dire fino a dove possiamo arrivare. Abbiamo grandi calciatori in squadra e con gli innesti giusti possiamo fare grandi cose. Io voglio vincere qualcosa di importante con questa maglia».

 

Il progetto riparte sempre da Spalletti: anche il Mister ha confermato la sua permanenza a Roma…

«È molto importante la sua presenza sulla panchina giallorossa. Lui conosce bene l’ambiente e noi giocatori: in questi anni abbiamo iniziato un discorso tecnico e tattico comune. Continuare quest’ultimo nella prossima stagione è quindi fondamentale, anche perché così potremmo mostrare a tutti il nostro vero valore, riscattandoci insieme come gruppo».

 

In effetti la passata stagione non è stata di certo esaltante: torniamoci brevemente sopra per poi guardare di nuovo al futuro.

«Hai ragione, quello finito a maggio è stato un anno “particolare”: sicuramente sull’andamento generale degli eventi hanno pesato molto gli infortuni, ma non possiamo certo essere ingenui e dire che è dipeso solo da questo fattore. Qualche volta abbiamo sbagliato pure noi, io incluso. Ma la stagione un po’ così così ci è servita: ora siamo carichi per ripartire meglio alla prossima e dare tutti di più».

 

A proposito di infortuni, tu sei stato uno dei più bersagliati dai problemi fisici…

«Sono molto arrabbiato perché avrei voluto giocare di più per dare una mano ai miei compagni in campionato e in : ho dovuto saltare tante partite importanti e in altre sono sceso in campo non al meglio, come con l’… peccato!».

 

Ma torniamo all’anno che verrà: niente più , ci sarà l’Europa League. Cosa cambia negli stimoli?

«Sarebbe ipocrita dire che la CL non ci mancherà: è il torneo più spettacolare, con i club più forti d’Europa. Ma dal punto di vista degli stimoli non cambia nulla: davanti a noi abbiamo una competizione internazionale a cui teniamo molto, sia noi che la società, e quindi vogliamo arrivare in fondo, questo è poco ma sicuro».

 

In fondo significa HSH Nordbank Arena, lo stadio di Amburgo dove si disputerà la finale il 12 maggio 2010…

«Ovviamente noi puntiamo lì, ma la strada è davvero lunga: noi per prima cosa abbiamo i preliminari a fine luglio. Partiamo da lì, poi ogni cosa a suo tempo».

 

In ogni caso i bookmakers danno la Roma favorita: quali saranno le vostre rivali principali?

«Le quote trovano il tempo che trovano e anche gli avversari: è chiaro che le squadre che scenderanno dalla ai sedicesimi saranno delle avversarie ostiche, ma ci sono anche altri club difficili da affrontare che vengono da Spagna, Inghilterra e Francia. Noi siamo la Roma e ce la giocheremo con tutti, questo è ovvio».

 

In Europa League si giocherà spesso il giovedì: è questo uno svantaggio per il vostro cammino in campionato?

«Penso sia un problema non da poco, nel senso che si ha poco tempo per recuperare, soprattutto quando si gioca fuori e si ritorna praticamente a casa il venerdì mattina. Comunque sia, abbiamo una rosa importante che cercherà di sopperire anche a questo inconveniente».

 

Rosa giallorossa che ha dei leader “storici” come o , ma anche “silenziosi” come puoi essere tu, soprattutto in prospettiva futura: ti vedi in questo ruolo?

«Beh, su questo io non ti posso rispondere, perché devono essere gli altri a pensare che sei un leader. Ovviamente non sono uno che è paragonabile a e perché loro sono bandiere inamovibili del club. Il discorso è diverso con la maglia del Brasile, dove invece sono io a essere quello con maggiori presenze. Ma in ogni caso in una squadra sono i compagni che eleggono un leader, è lo spogliatoio a saperlo. Comunque, sia che vesta la maglia del Brasile o della Roma, viste le aspettative che si hanno sul mio conto, cerco di dare sempre un qualcosa in più. Poi, per il discorso del “silenzioso” io di certo non sono uno che assume comportamenti sopra le righe in campo: è una questione di carattere, non è da me».

 

A proposito di Brasile: della Seleçao sei stato un riferimento anche nella recente Confederation Cup, almeno prima dell’infortunio…

«Problemi fisici a parte, la manifestazione disputata in Sudafrica è davvero affascinante. So che i tifosi della Roma, una volta uscita l’Italia hanno tifato per me e hanno gioito al mio gol contro l’Egitto all’esordio: li ringrazio e questo è un motivo in più per ripagarli al meglio nella prossima stagione. Voglio fare vedere ai tifosi giallorossi chi è il vero Juan e cosa può fare veramente».

 

Ben detto: con il vero Juan sarà vera Roma. Dal 30 luglio si inizierà a fare sul serio…