Giro. "non esiste ancora alcun progetto per lo stadio della Roma"

08/11/2009 14:37



La legge per gli stadi è ancora da approvare, deve passare alla Camera, permette la costruzione di nuovi impianti sportivi e la ristrutturazione dei vecchi. Inoltre quella dei centri commerciali e residenziali. à da costruire all’interno delle à. La legge, tutta da approvare, prevede la realizzazione di centri commerciali, alberghi, palazzi e palazzine. Non dirlo sarebbe disonesto. Gli stadi moderni prevedono questo, diventare l’epicentro di un sistema urbanistico nuovo. Poi non credo sia la cosa migliore dire ‘approviamo approviamo’ in vista del 2016. Non è il modo più serio. Quanti stadi abbiamo? Pochi? Vediamo se possiamo sistemarli. Ne abbiamo tanti, ne abbiamo costruiti e sistemati tanti nel 1990, per i mondiali. E proprio durante i mondiali avevamo stadi non omologati e insicuri già allora. Non vorrei vedere tanti cantieri aperti, cantieri infiniti, insicuri, aperti e mai finiti, e rivivere a livello nazionale il discorso delle piscine romane. Bisogna vedere cosa prevedono i piani regolatori dei comuni italiani. Vedere se i piani regolatori vigenti prevedono qualcosa sull’impiantistica sportiva. Solo dopo andare in deroga. Il nostro paese è bizzarro, si va sempre in deroga a piani regolatori approvati di recente, come nel caso di Roma in cui è stato approvato meno di un anno fa. E già vogliamo andare in deroga?

A Roma sarà necessario coniugare gli obiettivi in vista del 2016 con la serietà di cui lei parla. C’è una possibilità di coniugarle?

“Se fossi il sindaco di Roma farei un indice di priorità. Siamo sicuri che il 2016 sia una priorità per Roma? Ripuliamo Roma da cima a fondo, combattiamo il degrado, valorizziamo l’area archeologica centrale, costruiamo nuove strade e rendiamo la à più vivibile. La à è circondata da centri commerciali in crisi e in via di chiusura che hanno riempito quartieri. Non esistono vie di afflusso e deflusso. Abbiamo problemi di degrado e sicurezza. Al à vede molte piccole e medie imprese chiudere.la à ha grandi potenzialità, parlare solo di stadi e formula uno e parchi a tema di romanità. Abbiamo la romanità vera e vogliamo fare quella finta. Io non sono assolutamente contrario alla realizzazione di vari stadi e uso il plurale. Le à europee hanno vari stadi, noi uno solo degno di questo nome, l’Olimpico, e non è puramente per il calcio. Io sono contrario al dilettantismo. Sono contrario alle iniziative come quella della Roma, che ha convocato una conferenza in pompa magna come fosse un punto d’arrivo e invece ci dicono era il punto di partenza. Anzi, sommessamente ricordo che non è neanche un punto di partenza, perché il progetto non è ancora arrivato né al comune né al mio ministero. Quindi è un progetto finto che non esiste. Mi dicono attendano la legge per andare in deroga. Io dico che la legge non c’entra nulla, che un progetto serio può essere presentato senza questa legge, vedendo ciò che il piano regolatore prevede. Quello di Roma prevede 20 nuove centralità urbanistiche. Cioè à nella à. In queste centralità è possibile costruire uno stadio, visto che hanno norme urbanistiche approvate? O bisogna andare in deroga in aree non edificabili e trovare nuove aree attualmente inedificabili facendo appello a una legge non ancora approvata? Io dico che la politica va fatta seguendo il senso di responsabilità, il senso della misura e il senso più fondamentale, il buonsenso. Il senso comune, che ci dice: vogliamo realizzare una grande opera? Vediamo quello che il piano regolatore di Roma, approvato nel 2008 - non una vita fa - prevede. Vediamo questo piano, che ha accontentato - anche troppo secondo noi - i costruttori di Roma, in cui sono messe a disposizione aree nuove. Vediamo se all’interno di un’area ritenuta edificabile si può realizzare uno stadio nuovo senza deroghe. Il centrodestra in cui mi riconosco aveva detto in campagna elettorale un ‘no’ alla cementificazione. Adesso vogliamo un nuovo piano regolatore pieno di deroghe? Io conosco un solo piano regolatore, non quello per lo sport, per il commercio ecc. Ne esiste solo uno, quello generale per l’urbanistica”.