11/02/2010 18:51
Oggi magari non se n'è davvero parlato come sottolineano Galliani e Paolillo, ma un progetto, «una rivoluzione di indipendenza» la chiama per esempio Beppe Marotta direttore generale della Samp, è in embrione in qualche cassetto nelle stanze di via Rosellini. «Anche se - conclude Marotta - questo non è il momento per affrontare l'argomento». Ma ci saranno arbitri di serie A e altri per la B? «Guardate un pò cosa succede negli altri Paesi», è la risposta. «Siamo l'unico Paese che si continua a preoccupare degli arbitri - aveva detto arrivando per la riunione Adriano Galliani -. Fanno il loro lavoro, sbagliano oppure ci azzeccano ma credo che diventi sempre più difficile fare l'arbitro perchè mentre l'occhio umano resta sempre quello le telecamere e i mezzi tecnici aumentano. L'arbitro evidentemente a volte sbaglia, una volta non si vedeva e adesso invece sì. Ma secondo me le tecnologie evidenziano errori comunque inferiori al passato». Non c'è Zamparini, non c'è Blanc, non c'è Rosella Sensi e nemmeno Della Valle e De Laurentiis. Claudio Lotito fa capire che la nuova Lega proporrà tante novità, «una serie di argomenti fondamentali per il cambiamento totale». Difficile che la rivoluzione non interessi anche gli arbitri. Ernesto Paolillo fa chiaramente sapere di essere comunque contrario a sorteggio e pagelle. «Gli arbitri possono sbagliare come i giocatori - dice il dg dell'Inter - È giusto che la categoria si giudichi al proprio interno e poi c'è anche l'opinione pubblica a giudicare. Sarebbe deprimente svilire l'Aia con un sorteggio integrale e con giudizi che non vanno bene». La voglia di cambiamento comunque c'è. E se i sistemi per ottenerlo sono ancora in discussione, sarebbe invece chiaro lo scopo: «rendere tutto trasparente». Perchè adesso, aveva spiegato il dg del Bari Giorgio Perinetti, «c'è il sospetto che il giudizio ci sia comunque ma sommerso». Sarebbero quindi le grandi a far sapere quali arbitri devono far carriera e quali invece sono sgraditi. «Il sorteggio integrale - dice Perinetti - elimina tutta quella messe di sospetti che troppo spesso noi dirigenti evidenziamo a turno»