17/03/2011 17:16
"L'errore del portiere Seculin della Fiorentina, nella finale di Coppa Italia, è stato abbastanza evidente, ci avrebbe fatto piacere segnare in un'altra occasione, ma comunque
ci teniamo molto stretto il gol realizzato. Soltanto nel finale della gara di ritorno potremmo prendere in considerazione il gol segnato fuori casa nella sfida di ieri. Per il resto, dovremmo giocarcela come se non avessimo pareggiato. Il lavoro che svolgiamo da tanti anni ci ha insegnato che non è mai opportuno fare i nomi, perché i ragazzi crescendo cambiano, vanno valutati su come si allenano. E' sempre meglio per loro che non vengano mai esaltati troppo ragazzi giovani."
Perchè non è stato lei a prendere la prima squadra dopo le dimissioni di Ranieri? E' un discorso legato alla presenza di suo figlio in squadra?
"E' molto semplice, la società si è comportata benissimo, c'è stato un discorso personale e non si è più affrontata la questione di prendere la prima squadra. Non c'erano i presupposti affinchè io potessi allenare la squadra. Non c'è stato un mio diniego. C'era stato un discorso di valutazione fra di noi, ma la mia candidatura non era una lotta tra me e Vincenzo. Ho ritenuto che non fosse il caso che diventassi io tecnico della prima squadra."
Un giorno vedremo Alberto De Rossi allenare Daniele?
"Forse in qualche torneo estivo. Nei fatti per scelta ritengo che non sia il caso e ritengo che ciò non avverrà. Per vedere i giovani fare strada nelle prime squadre bisogna fissare delle regole. Arrigo Sacchi ci ha esposto il volere della Federazione, che però non è ancora stato ufficializzato. Creare una seconda squadra, sul modello spagnolo. Che non siano squadre in cui dirottare giocatori anziani o non utilizzati dalle prime squadre, ma con la prospettiva di formare in campionati veri ragazzi giovani che poi hanno maggiori possibilità nel calcio dei grandi. Per esempio la Roma ha giocatori in giro come Scardina e Malomo che vengono utilizzati poco che potrebbero essere perfetti per questo tipo di ragionamento. Offrire ai giovani una chance di essere cresciuti in campionati veri, ma in squadre gestite da società che sono proprietarie dei calciatori stessi."
Sul momento di suo figlio, che anche nel post derby ha ricordato il clima negativo che sente attorno a sé...
"Mio figlio Daniele non nasconde le sue emozioni, cè malinconia nelle sue dichiarazioni, quando fa intendere di sentire attorno unaria diversa. Ma sono momenti. Neanche lui vorrebbe mai affrontare un futuro lontano dalla Roma, ovvio che se cè stato un suo sfogo cè anche una causa. Ma lui è uno che gioca per la squadra, è stucchevole ricordarlo ma lui di questa squadra è tifoso. Sente la Roma dentro di se. E neanche io vorrei che arrivasse un momento in cui Daniele dovesse discutere il suo futuro nella Roma.
Il futuro?
"Noi come punto di riferimento abbiamo Bruno Conti. Per il resto non abbiamo alcuna notizia su come verrà gestito il settore giovanile, e in questo momento non abbiamo neanche la smania di cercare informazioni. Aspettiamo e vedremo. Non è mai facile passare dal calcio giovanile a quello dei grandi, spesso i ragazzi si perdono."
Sulle difficoltà di alcuni ragazzi ad esplodere definitivamente...
"Anch'io ritenevo che qualcuno, tra i ragazzi che ho allenato, potesse fare una carriera diversa, per esempio ricordo Landolina, sul quale avrei messo la mano sul fuoco. Rivedevo in lui le giocate di Rivaldo. L'ho un po' perso di vista, è andato al Chievo, poi al Prato, ma non è riuscito a sfondare. Anche alla Roma arrivano giocatori stranieri, ma preferiamo di norma pescare nel nostro territorio, perché c'è un bacino che ci consente
di portare a Trigoria giovani calciatori di valore. Noi per esempio abbiamo e abbiamo avuto negli ultimi anni giocatori romeni. Stoian anche nel calcio dei grandi si sta dimostrando valido. Mladen era tornato in Romania non per questioni di ambientamento, ma di addestramento. Poi è tornato e ora sta facendo bene."
Poi si sofferma su uno dei suoi allievi...
"Crescenzi gioca con continuità e lo conosco molto bene. L'anno scorso giocava poco ma ha insistito, applicandosi e ora sta trovando spazio. Perché quando sei giovane la testa conta tantissimo. Lui sa cosa sia lo spirito di sacrificio. E questi sono presupposti per consentire ai ragazzi di giocare nelle prime squadre, per essere inseriti nelle rose."