05/10/2011 19:30
Un leit motiv, quello degli impianti di proprietà, che sta tenendo col fiato sospeso tantissimi tifosi romanisti: dopo tanto penare, infatti, potrebbero vedere realizzato uno fra i loro più reconditi sogni. La chiacchierata al Campidoglio, tuttavia, è loccasione perfetta per dare una risposta a chi, nei giorni precedenti, a fatto rimbalzare la voce che la Roma costruirà la propria arena a Tor Vergata. In una zona considerata olimpica visto che, nel caso la Città Eterna riuscisse ad ottenere i Giochi estivi del 2020, potrebbe diventare il secondo polo dattrazione sportiva (dopo il Foro Italico). Mi permetto di dire chiarisce subito lonorevole Cochi che sul posizionamento dellimpianto della Roma ancora cè uno studio e incontri costanti. Posso confermare la decisa volontà della gestione DiBenedetto di porre rimedio a questa situazione ma sappiamo che non è facile edificare un impianto nella Capitale: mi riferisco al piano regolatore vigente. Ci tengo a far notare prosegue il delegato allo sport che al famoso appuntamento fra il Sindaco e il presidente della Roma sono susseguiti altri due incontri con lo staff che si occupa degli aspetti urbanistici della città. Poi, sul toto-zone che dire: la scorsa settimana andava un pochino più di moda Tor di Valle, oggi Tor Vergata. Sinceramente ci interessa poco che esca il nome del posto, per ragioni contingenti e anche in funzione di uneventuale e possibile speculazione edilizia. Cittadinanza e tifoseria romanista devono stare tranquille: verranno rispettati tutti i parametri urbanistici, ambientali e paesaggistici. Qualsiasi possa essere il posto prescelto o deciso, Cochi ci tiene a spiegare quale ruolo potrà ricoprire Roma Capitale: Nel rispetto dei ruoli sarà nostro compito sveltire quelliter burocratico necessario alla realizzazione dellopera. Lo stadio, tuttavia, non si farà soltanto con la precisa volontà della Giunta Capitolina ma ci sarà bisogno dellappoggio della Regione Lazio, della Provincia, delle Sovraintendenze e dei vari vincoli. Bisognerà scoprire le cosiddette carte conclude iniziando dal tavolo dellurbanistica. Sicuramente limpianto di Torino è un esempio da tenere a mente non soltanto per il Centro, ma anche per tutto il Sud e il Nord della Penisola. E poi, bisogna seguire quel cammino che in Inghilterra o Germania hanno intrapreso addirittura dieci o quindici anni fa.