11/10/2012 00:11
«Penso di essere diventato un giocatore più completo. Dal punto di vista tecnico, più attrezzato; tatticamente, più capace di interpretare la partita e più rapido nel riconoscere i differenti momenti e situazioni del gioco», dice della sua esperienza italiana (campionato 2011/12 nel Chievo, ora alla Roma). A suo avviso, non c'è paragone rispetto a Bundesliga e Premier League (ha militato nel Borussia Moenchengladbachi e nell'Aston Villa) per quanto riguarda «la preparazione dei match, l'attenzione posta sulla tattica, l'essere pronti per ogni situazione: tutto ciò (in Italia) viene fatto al più alto livello». La serie A «mi ha aiutato a crescere come giocatore e sono felice dei progressi che ho fatto. Anche se - ammette - c'è ancora parecchio spazio per crescere».
Concorda sui progressi di Bradley il ct degli Usa, Juergen Klinsmann: «Impara ogni settimana, sono così contento che sia andato in Italia. Lì hanno un approccio più tattico, sono più sistematici in quel che fanno», dice. «Impara, discute le cose, con un grande interesse per la partita, è una cosa fantastica da vedere - insiste l'ex attaccante interista -. Ma sa anche che, con la squadra, deve mettersi alla prova settimana dopo settimana».
Quanto alla Roma, Michael, figlio dell'ex ct Usa Bob Bradley, è entusiasta di Zeman come allenatore: «Ha una grande personalità, il suo modo di fare le cose, sa quel che vuole», spiega. «Quel che vuole dall'allenamento, come vuole che siano i suoi giocatori e le sue squadre: ha le idee molto chiare», precisa. Della sua vita nella Capitale e della sua avventura con la Roma, il centrocampista si gode «ogni secondo». «Il club è fantastico, un club solido, con grande seguito. Dall'esterno ti fai un'idea di quanto grande sia il club - osserva - ma quando sei dentro ti rendi conto che, in effetti, non ne avevi idea».
Quanto, infine, al rapporto tra il ct e il figlio del suo predecessore, Klinsmann sottolinea che non ci sono mai stati problemi. «Gli ho detto subito: 'Ho il massimo rispetto per Bob, ammirazione per quel che ha fatto. Ora sta a me continuare il lavoro che lui e Bruce (Arena) hanno iniziato», raccconta il tecnico tedesco. Che, con ogni probabilità, venerdì schiererà Michael (che ha mancato, per infortunio, il match contro la Giamaica il mese scorso, perso dagli Usa per 2-1) , facendogli raggiungere la presenza n. 70 nella Nazionale a stelle e strisce.