De Rossi raggiunge la Nazionale, Prandelli lo difende e lui tace: “Conferenza? Meglio di no. Altrimenti si parlerebbe solo di questo”

08/10/2012 21:38




Per giocare titolare non basta il nome ne’ dire ‘ti faro’ vedere chi sono domenica‘, serve l’impegno durante la settimana: parole piu’ dure non poteva usarle, Zeman, per accusare il trio di esclusi ieri. Ma e’ chiaro che la delusione maggiore e’ quella di , ferito dalle parole del suo allenatore piu’ che dalla panchina, lui per anni simbolo dell’abnegazione giallorossa. Un’abnegazione concretizzata non solo nella rinuncia alle offerte di grandi club europei. La Roma aspetta mercoledi’, la ripresa degli allenamenti, per parlare con Zeman e capire cosa ci fosse dietro quell’accusa al giocatore piu’ pagato della rosa, e a quello che rappresenta il maggior patrimonio economico dell’asset tecnico.



Di fatto, l”’accusa pesante” rivolta ieri dall’allenatore boemo – quella di scarso impegno – traccia un nuovo solco, una frattura piu’ profonda di quella creata da Luis Enrique, ironia della sorte sempre con l’Atalanta, allora per un ritardo alla riunione tecnica. Ora quella frattura e’ cosi’ profonda da rischiare addirittura di rimettere in gioco il futuro, se le distanze invece di colmarsi aumentassero.



Perche’ ha radici lontane, in un feeling che non e’ mai nato tra allenatore e giocatore. ”No, niente conferenza, meglio di no: si parlerebbe solo di una cosa”, le uniche parole del centrocampista della Roma appena arrivato a Coverciano, fresco di caso esclusione. A conferma di quanto sperato nel club giallorosso, ovvero che la nazionale potesse essere una piccola cura alla ferita De Rossi.



Un’oasi di ostentata tranquillita’. ”Non discuto le scelte di Zeman, ciascun allenatore ha un occhio sulle cose della sua squadra: avra’ avuto i suoi motivi – le parole di Prandelli – Conoscendolo, sara’ stata una provocazione. Qui in azzurro, giocatori come Daniele o Osvaldo sono sempre stati disponibili, pronti anche al doppio allenamento”. I carichi di lavoro eccessivi in casa Zeman: eccolo il pretesto di un contrasto che a oggi appare difficilmente sanabile. avrebbe rinfacciato i metodi di lavoro all’allenatore, per tutta risposta Zeman ha risposto parlando di scarso impegno.



Ma, quel che agli occhi del tecnico della Roma e’ apparso piu’ grave, e’ che la lontananza di dal
‘credo’ zemaniano sarebbe stata palesata in pubblico, di fronte a tutti, e non in un incontro faccia a faccia, riservato. Eppure tutto appare solo un pretesto, un timido segnale di due modi diversi di intendere la Roma, e forse anche il calcio. non ha mai nascosto la sua preferenza per l’opzione Montella, ne’ ha dimenticato l’innamoramento per Luis Enrique. E tantomeno ha fatto mostra di diplomazia nel raccontare gli iniziali scetticismi sullo Zeman uomo, benche’ poi superati.



O sulle sue distanze da quella parte della societa’ che era pronta a venderlo al , o al miglior offerente. Scontato dunque che dichiarazioni d’amore per il tecnico che lo ha tolto dal suo ruolo naturale – centrocampista centrale – preferendogli il greco Tachstidis fossero davvero difficili da immaginare. Cosi’ tra voci di liti a Torino smentite dalla dirigenza e opposti convincimenti sulle ambizioni della Roma, il rapporto Zeman- e’ apparso tarato dall’inizio. Il boemo ha informato solo ieri mattina allo stadio e gli altri esclusi, il club assicura di non aver saputo; ne’ l’incontro di mercoledi’ col tecnico potra’ avere come oggetto le scelte tecniche. intanto si mette al riparo in azzurro. Corre con Osvaldo, parlottando, sotto gli ordini del azzurro. Colore che all’Europeo lo aveva sollevato dal peso di un anno Roma in negativo. Dai Daniele, smentisci con i fatti quell’accusa: Prandelli ha ripetuto prima dell’allenamento il suo mantra direttamente al giocatore. E , serio e sorridente solo a tratti come sempre, deve essersi sentito un po’ piu’ a casa. 

(ansa)