Malagò: "In Italia la giustizia sportiva fa 50 pesi e 50 misure"

14/12/2012 14:39

Malagò ha anche affrontato il discorso doping nel mondo sportivo: “Bisogna fare i complimenti al presidente della Federazione ciclistica Di Rocco perché il ciclismo ci ha messo la faccia nella lotta al doping ed è stato penalizzato, invece ha aggredito l’argomento e rappresenta un esempio a livello internazionale. In atletica ci sono vari esempi, uno su tutti quello di Schwazer, le responsabilità sono state di come è stata la gestione dell’atleta, è sorprendente come sia stato lasciato così libero. Il vero problema italiano è la sottocultura del calcio che ha schiacciato gli altri valori dello sport ed implica una profonda riforma generazionale nell’approcciare al mondo dello sport. Io non mi sono accorto che in questi anni abbiamo preso le distanze dal calcio. Secondo me questa presa di posizione non corrisponde ad una linea legittima. Io non ho nulla contro il calcio, il calcio è un valore, ma da esso si devono trarre risorse da trasferire agli altri sport, non solo a livello economico. Il calcio ha creato disastri di immagine su tutto il sistema sport e non solo, anche sul sistema sociale e culturale. Famiglie hanno distrutto i valori portando allo stadio bambini scoprendo che poi le partite sono state comprate e truccate".

E ancora: "Per decenni siamo andati avanti sistematicamente con campionati in odore di penalizzazione, e non mi sembra ci siano state prese di posizione così drastiche. Su radio e quotidiani sembra che il mondo dello sport ruoti attorno a Inter , Milan e le romane, non è assolutamente così. Oggi c’è una crisi congiunturale fuori dal mondo dello sport, si fa più fatica a farlo perché si cerca lavoro e si è meno sereni e disposti ad aiutare le iniziative sportive. Si deve creare una dinamica di sviluppo e occupazionale attorno allo sport. Poi sulla riforma del territorio, ma come si fanno a cancellare le strutture territoriali, in questa maniera con chi si interagisce, con chi si ha il confronto”