FLORENZI: "Sogno Brasile 2014. Zeman? E’ un mister molto chiaro ed esalta le mie qualità"

10/01/2013 18:41

“Oggi pomeriggio finisco i regali di Natale”. Il suo, invece, cresce anno dopo anno. E’ un presente work in progress, dove i tasselli si sovrappongono a velocità siderale. L’esordio tra i professionisti, i gol pesanti, la Roma, la Nazionale. “Tutto inizia a Vitinia”. ci tiene a sottolinearlo, perché strade e luoghi dell’infanzia per lui hanno un valore forte.



Lì hai iniziato a muovere anche i primi passi da calciatore. 

In periferia, nei campi polverosi, per strada. Già allora speravo e sognavo di fare della mia passione il mio futuro, il mio mestiere”.



San Giorgio Acilia, allora.

Mia mamma, Luciana, ha il bar del centro sportivo e lì gioco per cinque, sei anni. All’inizio c o m e mezzapunta, poi passo esterno. Poi la Lodigiani, a nove anni, dove resto per due stagioni”.



Poi la grande scelta: Lazio o Roma.

Già. Avevo undici anni e c’era la possibilità di scegliere tra queste due strade. Sono venuto a Trigoria, ho parlato con Bruno Conti, nel suo ufficio: immaginate l’emozione.... In quindici minuti avevo già deciso, ma ne sono serviti anche meno”.

Lì, è iniziata l’avventura in giallorosso. “Ci allenavamo a Tre Fontane, solo dopo gli Allievi qui al centro sportivo dove vedevo ad un passo da me, con la mia stessa maglia, i grandi campioni. Chi in particolare? Beh, pensi alla Roma e pensi al , a : un vero faro, un riferimento”.

La vita non è fatta solo di calcio, ma anche di nomi. Per te la famiglia ha un valore radicato, importante. “Mia madre Luciana. Mio padre Luigi. Mio fratello Emiliano, che ora gioca nel Dragona. A loro sono e sarò sempre grato, sono stati fondamentali per la mia esperienza e per la mia crescita. Hanno fatto tanti sacrifici per farmi diventare quel che sono e ne sono orgoglioso”.

A proposito di cambiamenti: il cuore ha cambiato direzione, da quattro anni a questa parte. “Da quando ho conosciuto Ilenia. Ero all’ultimo anno degli Allievi, da allora è nata una cosa splendida tra di noi. Stiamo pensando di andare a vivere insieme”.

Tu hai ventuno anni, lei è anche più giovane: pronti per un salto così importante?Ilenia ha due anni in meno di me e diciamo che, in ogni caso, non sarei io a cucinare (sorride, ndr)”.

La tua è una vita fatta di cose semplici, cinma esser calciatore mette comunque sotto i riflettori.La vita cambia, non mi nascondo. Adesso mi fermano per strada, mi salutano, mi chiedono foto ed autografi, ma non posso che esser felice di questo. Per me è un piacere, con la mia gente, il problema sarà quando non me li chiederanno più...”.

Parliamo di Roma? C’è un luogo al quale sono e sarò s e m p r e legato: il Colosseo. E’ l’anima della à, la parte più bella della Capitale”. I

Immagino quante volte lo avrai visto. Da fuori? Migliaia. Dentro? Due anni fa la prima volta. Sono passato davanti, come sempre, con Ilenia e ci siamo detti. ‘ M a dentro ci siamo mai stati?’. E’ stato un momento magico, per entrambi”. 

Colosseo vuol dire cuore, lotta, sudore. C’è un anno che, grazie a questi, porterai sempre dentro di te?L’anno con mister , dove abbiamo vinto lo Scudetto con la Primavera. E poi quella partita, Roma- Varese, la finale...”.

Contro mister Mangia? Già, contro mister Mangia: 2-1 il finale, quando sono in Under 21 io e Viviani lo prendiamo ancora in giro per quella partita”.

Tecnici dal passato: hai avuto anche Stramaccioni.Mi sono fatto male in quella stagione, cinque mesi fermo per un infortunio al condilo femorale. E’ un tecnico che guarda il particolare, che studia tantissimo, che cerca sempre di capire i punti di forza della sua squadra in relazione a quelli deboli dell’avversario. Mi ha aiutato tanto a crescere, poi mi ha anche trasformato da ala a centrocampista”.

Dai ricordi belli a quelli meno belli.La Coppa Italia, contro la . Al Franchi abbiamo fatto 1-1, poi qui all’Olimpico, davanti a trentami- la persone, forse ci siamo emozionati troppo e siamo caduti : 1-3 e addio trofeo”.

Rewind: prima della gara di Pistoia contro il Varese, anche l’esordio tra i professionisti.Mi ha ripagato di tanti sacrifici: il 22 maggio 2011, in occasione di Roma-Sampdoria. Gli ultimi cinque minuti, al posto del , all’Olimpico. La giornata perfetta”.

Poche settimane dopo, il Crotone.Una delle esperienze più belle della mia vita. C’è gente buona, disponibile, di cuore, aperta. Ho conosciuto dei ragazzi del posto che lì hanno davvero rappresentato la mia seconda casa, come la famiglia Serafini”.

Anche perché è stata la prima volta lontano da casa. “Il ricordo più brutto? A fine agosto, la mia famiglia era tutta giù. Poi, da sette che eravamo, improvvisamente mi ritrovo da solo in casa: non conoscevo il posto, la à, ho fatto fatica a dormire i primi giorni, senza i miei e senza Ilenia ma poi Crotone mi ha abbracciato ed accolto al meglio”.

L’esordio contro il Sorrento, in Coppa Italia. Come . Menichini, il tecnico, aveva bisogno di un uomo, vista l’indisponibilità di Correia e di Ristovski. Mi chiese: ‘te la senti?’. Avrei giocato anche in porta...”.

Dopo qualche parentesi sull’out della retroguardia, sempre centrocampista.Con Stramaccioni prima e con poi sono nato e cresciuto nei tre in mezzo, sia a sinistra che a destra, è vero. A Crotone, poi, è andata molto bene: undici reti, di cui uno alla prima di campionato, contro il Livorno. E’ stata una grandissima emozione, dopo quella rete ho ricevuto tantissimi messaggi tra i quali anche quelli del mio agente, Alessandro Lucci”.

Con lui il rapporto inizia presto. Quando ero ancora piccolo: ho dei grandi ricordi con lui ed Alessandro Lelli, sono splendide persone. Quando entri nel ‘giro’, col procuratore, ti senti quasi arrivato i primi tempi, ma sono stati bravi a farmi tenere i piedi per terra. Sono una famiglia, per me, nella quale sono entusiasta di essere, un vero punto di riferimento: gli devo tanto, sul serio, perché sono stati capaci di usare bastone e carota, complimenti e rimproveri sempre al momento giusto”.

Crotone, poi di nuovo la Roma. Quella dei grandi, però. mi riporta qui, perché Zeman voleva avermi in ritiro con sé. Mi conosceva, dopo l’esperienza di entrambi in B: una grande emozione, poter lavorare con , , , Osvaldo. Provavo da subito ad imitarli, spesso sbagliando però...”.

Che tipo è mister Zeman?” “Una persona di poche parole che quando parla, però, è molto molto chiaro. Si fa capire bene e poi il suo tipo di gioco mi diverte ed esalta caratteristiche di giocatori come il sottoscritto”.

Dal giallorosso, all’azzurro. “Una delle persone che porterò sempre nel cuore è mister Rocca, il primo Ct in azzurro: con lui ho esordito in Under 20, in occasione di Italia-Germania. Poi l’Under 21, con Ferrara prima e con Mangia adesso”.

Anche la Nazionale A con Prandelli, in verità... Che emozione: Italia-Francia, un’amichevole che purtroppo non abbiamo vinto. Però, dentro nel secondo tempo, davvero un ricordo che non se ne andrà mai via. Mi ha reso orgoglioso, ripagato di tanti sacrifici, è stata un’emozione unica per me, per la mia famiglia, per Ilenia, per il mio agente. Per tutti”.

Immagina il futuro, allora: Rio de Janeiro, Brasile 2014. “E’ lontano, sono realista, tengo i piedi per terra... Ok, è un sogno, è chiaro. E’ il sogno di tutti e chiaramente è anche il mio. Penso al presente, ma sarebbe bellissimo essere lì”.

Dall’altra parte del mondo, intanto, ci sei già stato: in America, in tournèe. Una grande esperienza. New York, Boston, Chicago, ora Orlando: essere alla Roma è bello anche per questo”.

Chiudiamo con un paio di curiosità: sei un tipo tecnologico?Non troppo, ma adoro interagire coi tifosi e raccontare le mie esperienze, sia su che sul mio profilo ”.

Musica e viaggi? Sono stato a Parigi: bello, bellissimo, voglio tornarci presto. Poi Ligabue, Negramaro ed un film. Grande, Grosso e Verdone, perché ci recita anche un mio amico”.

Appunto. La famiglia, le origini, le cose semplici. Ecco Alessandro , l’Italia che verrà. Coi piedi per terra, ma con gli occhi sognanti. Perché, come canta il ‘suo’ Ligabue, ‘Il Meglio Deve Ancora Venire’.