Lo sceicco prima del closing: “Ma che bello! Io e il Papa insieme”, poi viene indagato per aggiotaggio

15/03/2013 21:03



Una scelta, precisano da piazzale Clodio, che ha il sapore dell’atto dovuto per una faccenda che potrebbe nascondere, nonostante il nulla di fatto, aspetti penalmente rilevanti. E pensare che appena 24 ore prima della rottura al Qaddumi era convinto di avere tra le mani le chiavi di Trigoria. ”Ma che bello! Io e il Papa insieme”, si era lasciato scappare in un ristorante tra Eur e Ardeatina, azzardando uno spericolato parallelo con l’elezione del nuovo pontefice e ostentando sicurezza. ”Non manca niente, non c’e’ nessun problema – assicurava - Intanto metto questi 50 milioni, poi magari la prendo tutta la Roma”.



Nessuna preoccupazione insomma: ”Saro’ il vicepresidente vicario e socio al 50% con Pallotta perche’ Ruane, D’Amore e DiBenedetto andranno via tutti”. L’unico ad uscire di scena, invece, e’ stato proprio lui, al Qaddumi, che oggi ha accusato anche un malore nella sua casa alla periferia di Perugia. Nessuna notizia invece dagli Stati Uniti, nonostante le perplessita’ sollevate dall’ambiente romanista sulla conduzione da parte di Pallotta di una trattativa dai contorni oscuri. Contorni finiti nel mirino dei magistrati romani che vogliono verificare in primo luogo se il club giallorosso sia stato oggetto di azioni che puntavano a speculazioni sul titolo azionario della societa’.



Gli inquirenti sottolineano che al momento si sta seguendo con attenzione l’evolversi della trattativa in attesa di un rapporto della Guardia di finanza. All’attenzione di chi indaga dovranno essere depositate anche le conclusioni della Consob sul titolo azionario della Roma ed eventuali possibili ”interventi” sul cosiddetto ‘flottante’. Chi indaga sta anche valutando l’opportunita’ di convocare negli uffici di piazzale Clodio lo stesso al Qaddumi anche se in questa fase l’attenzione e’ tutta proiettata sull’esito della trattativa che ieri ha vissuto forse il suo ultimo capitolo.





(ansa)