04/04/2013 17:30
Il totale del valore della produzione nel 2011-2012 è pari a circa 2.7 miliardi (+7% rispetto alla stagione precedente). I ricavi da stadio rappresentano solo il 9% del totale del valore della produzione delle società professionistiche. Le plusvalenze da cessione calciatori sono pari a 537 milioni (+21%) e rappresentano il 20% del valore della produzione. La Serie A genera l'81% dei ricavi (82% nella stagione precedente), la Serie B il 14% (13%) e la Lega Pro il 5%.
I diritti tv incidono per il 37%. In serie A rappresentano il 43% dei ricavi mentre in Serie B il 20%. - Il costo della produzione è di circa 3 miliardi (+ 4,4%). La perdita netta nel 2011-2012 è pari a 388 milioni (-10% rispetto alla stagione precedente). Il totale delle attività della Serie A al termine della stagione sportiva 2011-2012 è pari a 3.471 milioni (+12,4%). I debiti della Serie A sono pari a circa 2,9 miliardi (+8,8%), l'83% del totale delle passività della Serie A. I debiti finanziari pesano per il 32%. Il patrimonio netto aggregato delle società è sensibilmente migliorato (+43% rispetto al 2010-2011), portandosi a un livello di 287 milioni di euro.
«È chiaro che i soggetti che perdono maggiormente sono quelli che hanno la necessità di mantenere una competitività di carattere internazionale: è l'obiettivo che si pongono alcuni club che stanno comunque intraprendendo un percorso virtuoso, senza stressare oltre misura questa competitività». Lo ha detto il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, commentando i dati del Report Calcio 2013. Dati che evidenziano come il massimo campionato professionistico italiano, nella stagione 2011-2012, abbia portato il suo monte debiti a un totale di 2,9 miliardi di euro (l'8,8% in più della passata stagione). «Nella Serie A ha rilevato il presidente nel corso della presentazione della pubblicazione - otto società su venti hanno bilanci in utile e questo è un fatto importante perchè sta a significare che c'è una situazione dove la potenzialità di ottenere un risultato positivo nella massima serie professionistica non è solo un fatto semplicemente teorico ma si realizza attraverso dei risultati di bilancio».
«Alcune società - ha aggiunto Abete - vengono da problematiche che hanno reso difficile questo percorso: parlo della Juventus (in seguito alla retrocessione in Serie B per lo scandalo Calciopoli, ndr) che dovendo recuperare un gap importante ha accumulato una serie di bilanci complessi prima di ritornare in una situazione più stabile sia sul versante dei successi sportivi sia sul versante di prospettive economiche». Il numero uno di via Allegri ha poi indicato le linee che le società di A dovrebbero seguire in futuro: «Ci vuole maggiore attenzione sui costi, si può fare ancora tanto lavoro come sui ricavi soprattutto quelli da stadio. Dobbiamo perseguire il modello inglese e tedesco: avere degli stadi funzionali rispetto alle esigenze sia di spettacolo sia di fruizione di tutti i giorni», ha concluso Abete.