05/04/2013 18:11
«Una vittoria della Lega Pro? Non c'è stata nessuna vittoria e nessuna sconfitta. È stata una competizione elettorale a cui hanno partecipato soggetti interessati e si è votato. Come disse un presidente del Coni: l'urna è un pò mignotta. E qualcosa è venuto fuori. Io avevo detto che avrei votato scheda bianca e così ho fatto». Il presidente della Lega Pro, Mario Macalli, commenta così l'elezione di Carlo Tavecchio e Demetrio Albertini alla carica di vicepresidenti federali avvenuta oggi nel consiglio Figc. Un esito elettorale in cui il presidente della Lazio, Claudio Lotito, è il grande sconfitto. «Quando partecipi a una competizione puoi vincere e non vincere la democrazia è fatta di queste cose ha detto il numero uno della terza Lega uscendo dalla sede romana della Figc -. Io non ho partecipato alla competizione per motivazioni personali e di Lega che avevo non da adesso. Ma l'esito non è contro Lotito perchè, secondo me, è il più bravo presidente in Serie A. Ha dimostrato di saper gestire un club come pochi. Ma un conto è gestire un club, essere presidente di due club, e un altro è venire a fare il vicepresidente della Federcalcio. Era più opportuno che si candidasse Beretta, come figura istituzionale, in quanto presidente della Lega A». A detta di Macalli, però, non ha inciso sull'orientamento del voto della Lega Pro il fatto che Lotito sia presidente della Lazio e della Salernitana. «Non è stato discriminante - ha assicurato -. Ma la deroga scadeva a dicembre. Sicuramente si arriva alla fine del campionato ma entro il 30 giugno il Consiglio federale la deve risolvere in una maniera o nell'altra: o si cambia la norma o deve lasciare l'altra squadra», ha concluso Macalli