La Roma secondo Andreotti

06/05/2013 19:54




Da ragazzo seguiva la squadra a Campo Testaccio: «Di soldi a quei tempi ce n’erano pochi – ha raccontato – ma le due lire per il posto dietro la porta non mancavano mai. Si stava attaccati al terreno di gioco, si viveva la partita come un sogno. Erano momenti di gioia, i giocatori già allora erano idoli».



A proposito di giocatori, l’unica volta che il suo nome venne abbinato alla cronaca calcistica fu nella lunga e tormentata vicenda Falçao, che nell’83, dopo il titolo tricolore, fu ad un passo da lasciare la Capitale per andare a Milano, all’Inter: «Ebbi un ruolo nel reingaggio del brasiliano: quando chiamai la madre del giocatore e potei dirle, senza mentire, che anche il Papa aspettava suo figlio. In realtà, ricevendo la Roma, il Papa aveva domandato: “Ma Falcao rimane?”. Quindi non era del tutto una bugia, e la signora era stata contenta. Quella fu l’unica volta che mi impicciai». La sua parola influì, il brasiliano la accolse e il passaggio all’Inter saltò.



Nel luglio del 2003, in occasione del Roma Club Montecitorio, gli fu regalata dal presidente di allora, Franco Sensi, una maglia della Roma personalizzata con il numero 9 e la scritta dietro le spalle “Andreotti”. Il capitano , insieme a Ilary Blasi, nella primavera del 2005, invitò il senatore al ricevimento a Villa Miani prima delle nozze del 19 giugno successivo. Non è retorica, la Roma ha rappresentato un pezzo della sua vita.

Giulio Andreotti. 

(asroma.it)