23/05/2013 14:47
Il nuovo logo, presentato dal presidente della Roma (e azionista dei Boston Celtics) James Pallotta prima nel corso della visita ufficiale a Papa Bergoglio con la SS Lazio in vista del derby di Coppa Italia, e poi al pubblico in una visita ad un Roma Store nel pomeriggio, vede un restyling in cui la novità più importante riguarda la scomparsa delle iniziali ASR, sostituite dalla semplice scritta Roma. Resta tutto sommato invariato il crest ed è ancora presente la lupa capitolina, pur se in forma più stilizzata. Introdotta anche la data di fondazione della società giallorossa (per la felicità dei tifosi laziali, che da sempre rinfacciano ai "cugini" di essere gli ultimi arrivati a Roma). Ma, a quanto pare dalle reazioni su radio, forum e social network, la gran parte dei tifosi romanisti non ha apprezzato questo restyling voluto dalla dirigenza americana - che comunque non ha battuto ciglio: "Ogni cambiamento non piace a qualcuno", ha dichiarato Pallotta.
IL PRECEDENTE DI PORTLAND
La questione è interessante perché un qualcosa di simile è già accaduto in MLS. A parte i precedenti di Seattle, con la MLS che in pratica si è vista "imporre" dai tifosi dei Sounders il nome storico "Seattle Sounders FC", e quello di Houston 1836, modificato in Houston Dynamo dopo le proteste del pubblico di origine messicana (il 1836, oltre ad essere la data di fondazione della città è la data dell'indipendenza del Texas dal Messico), il vero problema la lega ha dovuto affrontarlo a Portland, in Oregon.
Il 14 giugno 2010 i Portland Timbers - club storico del calcio USA con radici che risalgono alla prima NASL - in vista del loro ingresso nella lega presentarono al pubblico il nuovo logo (realizzato dalla Rare Design, una società il cui portfolio è noto per avere collezionato un vasto numero di mediocri loghi sportivi", secondo Tom Dunmore di Pitch Invasion) con un video nell'intervallo del match mondiale tra USA e Inghilterra.
Ma, nonostante l'ottima organizzazione messa in piedi dalla società guidata da Merritt Paulson (figlio dell'ex sottosegretario al Tesoro di George W. Bush), le cose non sono andate come previsto. Infatti, alla vista di un logo dei Timbers, "plastificato" o da "cartone animato", i tifosi presenti in piazza hanno reagito con fischi e canti contro la dirigenza (con Paulson finito quasi alle mani con dei tifosi irridenti), inondando i vari media di proteste di ogni genere contro la dirigenza per non aver rispettatola "tradizione", nonostante le assicurazioni del presidente Paulson al riguardo arrivate nelle settimane precedenti, e dando il via ad una campagna mediatica copn tanto di petizioni online e pagina Facebook.
Il commento di Soren Kesgrad di OregonLive.com: "Quando ho visto il logo sono rimasto a bocca a paerta, non potevo credere che quello fosse il risultato di un lavoro lungo mesi. Se con questo si aspettavano di provocare un "Wow!" alla vista, beh allora si sono sbagliati. Kesgard aggiunge che nei mesi precedenti il club ha portato avanti ottime iniziative per coinvolgere il Timbers Army (il gruppo di tifosi più appassionati) in cose quali organizzazione dello stadio, prezzi dei biglietti, comunicazione, ecc. Ma a quanto pare sulla questione logo, che rappresenta l'identità di club e dei suoi tifosi, nessuno si era ricordato di almeno consultarli.
Tempo due settimane e la veemente reazione dei tifosi ha avuto successo. Il 26 giugno 2010 infatti, anche a seguito di una serie di incontri tra rappresentanti dei tifosi e società, i Portland Timbers hanno fatto marcia indietro presentando il nuovo logo con delle modifiche - nemmeno troppo radicali - che andavano incontro alle richieste dei tifosi ed alla tradizione del club. A merito del club l'aver ascoltato le proteste:
Apprezziamo le proposte dei fans e pensiamo che ora il risultato finale onori la nostra tradizione e rappresenti al meglio il grande passo della nostra organizzazione verso i più alti livelli del calcio in Nord America, ha dichiarato Paulson dopo lo svelamento del logo rivisto.
Un caso quindi, quello dei Timbers, molto simile a quello che stanno vivendo in questi giorni i tifosi della AS Roma, che magari ispirandosi proprio a quanto successo a Portland potrebbe decidere di fare un passo indietro e venire incontro alle richieste dei tifosi, come del resto ha sempre fatto in questi primi due anni di proprietà americana.
(socceritalia.info)