26/07/2013 22:56
Sono stati i legali di Jean Francois Gillet i protagonisti del processo d'appello al filone Bari-bis sul Calcioscommesse. A loro, infatti, toccava ribaltare la sentenza della Commissione Disciplinare della Figc che poco più di due settimane fa ha inflitto al portiere del Toro uno stop di 3 anni e 7 mesi per l'omessa denuncia della presunta combine Bari-Treviso dell'11 maggio 2008 e l'illecito di Salernitana-Bari del 23 maggio 2009.
L'avvocato Luigi Chiappero ha chiesto di esporre il proprio appello dinanzi alla Corte di Giustizia federale per ultimo tra i 15 ricorrenti. Fino all'ultimo momento ha studiato la sua arringa volta a derubricare l'illecito dell'ex portiere barese nel match con i campani. «La vera ragione della condanna non risiede nella telefonata - rileva il legale del granata - in cui ogni giurista avrebbe il beneficio del dubbio sulla sua validità. Dobbiamo concentrarci sull'incontro voluto da Stellini e organizzato da Gillet per parlare di certe cose. La domanda tecnica è: questo discorso è punibile o siamo ancora in una fase in cui le persone si parlano e nulla è deciso?».
«È l'uomo con più presenze nel Bari - ricorda invece l'avvocato Antonio D'Alesio -, noto all'ambiente del Calcioscommesse e para criminale di Bari. Ilievski dice Gillet è noto come un atleta integerrimo,un rompiballe,noto per non essere disponibile a queste attività, con l'aggravante di essere forte».
«È un'omessa denuncia, sa dove ha sbagliato - prosegue Chiappero -. Ma non è che ha preso soldi. Si sta giocando gli ultimi anni della carriera integerrima, la storia è di un'omessa denuncia. Sulla dazione di denaro a Gillet la chiamata in correità è generica e isolata. Come Ranocchia, laddove non ci sono riscontri vorremmo ottenere anche noi soddisfazione», aggiunge Chiappero.
«Non abbiamo chiesto la derubricazione sull'omessa denuncia col Treviso e l'appello è infondato - ribatte Palazzi -. Su Salernitana-Bari, invece non è giudizio morale su persona. Non vogliamo infangare carriera ma ci sono molteplici dichiarazioni accusatorie». Il procuratore quindi ha dovuto respingere gli attacchi delle difese dei tesserati che nelle loro memorie hanno chiesto lumi alla corte presieduta da Gerardo Mastrandrea sull'assenza illustre dell'ex barese e interista Andrea Ranocchia, ascoltato ma non deferito.
«Il mancato deferimento di Ranocchia non è dovuto alla credibilità di Masiello ma alla mancanza di un riscontro esterno alla sola posizione di Ranocchia, è giusto non averlo deferito», dice il capo della Procura che però sa bene ch nei processi precedenti questa corte ha annullato e le squalifiche di tesserati del calibro di Paolo Cannavaro, Gianello e lo ha bacchettato per bocca di uno dei suoi componenti (Piero Sandulli) per aver deferito Conte per omessa denuncia anzichè per illecito. E Palazzi stavolta se n'è lavato le mani: «Siccome tutte le difese si appellano al suo mancato, qualora la Corte rilevasse un errore della Procura federale, ci invii la comunicazione per rivedere la posizione del giocatore in questione tramite una più attenta e differente valutazione degli atti».
Il procuratore ha cercato di evitare il 'libera tuttì a cui potrebbe dare il via il proscioglimento dell'unico tesserato del Treviso, William Pianu. «In realtà la posizione della società Treviso rendeva comunque sufficiente la partecipazione di un solo tesserato perchè lo sforzo a perdere era da compiere dagli avversari - rileva Palazzi-. Detto questo sottolineo le chiamate in correità di Pianu». Il dispositivo della sentenza è atteso per domani mattina e a sperare, oltre a Gillet, sono Ganci (4 anni di stop in primo grado), Galasso (3 anni e 7 mesi), Guberti, De Vezze, Kutuzov, Fusco, Rajcic, Caputo, Bonomi, Bianco, Parisi, Santoruvo (per tutti 3 anni e mezzo di squalifica) e Colombo (6 mesi).
(ansa)