02/08/2013 15:10
L'accusa si fondava principalmente sulle dichiarazioni rese da Gervasoni, in tempi diversi e ad autorita' diverse, nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Cremona. L'ex giocatore del Piacenza ha riferito di aver appreso da un appartenente al cosiddetto gruppo degli 'zingari' (l'organizzazione che gestiva il calcioscommesse, ndr) che ''lo svolgimento e il risultato del primo tempo della gara Lazio-Genoa del 14 maggio 2011 sarebbero stati alterati mediante un accordo illecito tra le due squadre cui avrebbero partecipato tra gli altri, per il tramite di Zamperini, i deferiti Mauri e Milanetto''. Rispetto all'illecito contestato, le parole di Gervasoni ''risultano precise, coerenti e costanti, nonche' spontanee''. L'incontro tra Mauri e Zamperini, avvenuto a poche ore dall'inizio della partita, non poteva essere finalizzato esclusivamente alla consegna dei biglietti richiesti da Zamperini (accompagnato nell'occasione dello zingaro Hristiyan Ilievski), il cui obiettivo era ''proporre l'alterazione del primo tempo'' della gara. Se questo elemento pare assodato, ''non altrettanto, invece, puo' dirsi rispetto alla condotta di adesione all'illecito e all'alterazione del risultato contestata a Mauri, atteso che nulla in atti consente di ritenere che egli, dopo aver parlato con Zamperini, si sia adoperato per realizzare quanto proposto''L'organo giudicante ''ritiene non sufficientemente provata la responsabilita' di Mauri in ordine all'adesione e alla partecipazione attiva all'illecito contestato, non essendo emerso, in base al materiale probatorio acquisito, alcun elemento, nemmeno di carattere indiziario, in ordine al compimento da parte di Mauri, nei confronti di compagni di squadra neppure individuati, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato della gara''. Per la Disciplinare, pero', ''risulta dimostrata la conoscenza da parte del Mauri dei fatti illeciti programmati dagli altri soggetti coinvolti''. Traduzione: Mauri avrebbe dovuto denunciare l''approccio' di Zamperini. Un copione simile si propone anche per il caso Lecce-Lazio: ''I due si sono incontrati nella hall dell'albergo presso cui la Lazio era in ritiro la domenica pomeriggio prima della gara''. La circostanza non consente di ritenere che, dopo la consegna dei biglietti a Zamperini (particolare evidenziato anche da Cristian Brocchi nell'audizione del 13 aprile 2012), Mauri si sia poi attivato presso i propri compagni ai fini dell'alterazione della gara. Sicche', per lo meno allo stato degli atti, in mancanza di riscontri positivi sulle presunte violazioni contestate a Mauri con riferimento alla gara in epigrafe, deve dichiararsene il proscioglimento''.
Se prima rischiava di chiudere la carriera in maniera ingloriosa, ora il 33enne capitano della Lazio rischia di saltare 'solo' una ricca porzione della stagione 2013-2014. I legali del giocatore, in realta', non sono soddisfatti e preparano il ricorso per il secondo round del procedimento. ''Siamo in presenza di una decisione, che lascia comunque un inevitabile fondo di amarezza, perche' ingiusta la sanzione comminata per circostanze, le quali, analogamente all'illecito principale, non sono assistite da alcuna obiettiva fonte di prova'', affermano, in una nota gli avvocati Amilcare Buceti e Matteo Melandri. ''Anche in ordine all'omessa denuncia proporremo giusta impugnazione, per cancellare ogni addebito a carico del Capitano. Resta, infatti, un incomprensibile errore di valutazione della Commissione Disciplinare, atteso che nessuna prova del benche' minimo coinvolgimento di Stefano Mauri nella supposta combine delle partire risulta allegata'', aggiungono.
(adnkronos)