02/09/2013 13:15
Le prime due giornate dicono che il vostro lavoro è cominciato bene.
"Intanto sappiamo bene che non abbiamo ancora fatto nulla, certo siamo contenti il lavoro fatto finora dimostra di essere positivo e soprattutto dimostra di essere il presupposto di un lavoro ancora migliore che però dobbiamo ancora fare".
Grazie al coraggio di aver scelto un tecnico come Garcia, che si sta ambientando bene.
"Siamo soddisfatti del lavoro svolto da Garcia, che aveva già dimostrato di essere un tecnico importante in Francia. Ogni scelta implica del coraggio poi i fatti dimostrano se è stata giusta o sbagliata. Quello che la società ha cercato di fare è di continuare con un'idea di gioco propositivo, che aveva già provato a mettere in pratica con le scelte precedenti che si sono rivelate meno fortunate".
De Rossi. Da dove nasce il suo recupero? Conferma che rimarrà alla Roma?
"Abbiamo già detto ieri, come unica eccezione a commenti sul mercato in corso, che la società non intende accettare offerte qualora si formalizzassero, così come sappiamo che Daniele non ha intenzione di lasciarci. Sia la Roma sia Daniele devono riscattarsi da una stagione negativa, vogliono farlo insieme e lo faranno insieme, perché De Rossi è parte integrante della Roma e della sua storia".
Due anni difficili con la nuova proprietà. Si comincia a vedere qualcosa per fortuna. C'è chi dice che avete comunicato male, che vi siete fatti poco vedere.
"Non sono le parole che devono convincere, io potrei dire qualsiasi cosa di più o meno convincente, ma in realtà sono i fatti che parlano. Lei dice che ci sono stati due anni difficili, è vero, ma è anche vero che la nuova proprietà si aspettava una difficoltà come tutti gli inizi di progetti così complessi e importanti, in un contesto peraltro non semplicissimo. Di fatti per essere ottimisti ce ne erano anche nelle prime due stagioni, certamente i risultati non erano soddisfacenti, ma in parte questo era comprensibile, avendo avviato una rifondazione tecnica della squadra. Il lavoro va visto in una prospettiva di crescita. La nuova proprietà ha sempre parlato di programmi a medio termine, di aver bisogno di tempo per costruire quello che aveva in mente, si è parlato di cinque anni per arrivare ad essere stabilmente competitiva, questo è l'inizio della terza stagione: ci aspettiamo un costante miglioramento dentro e fuori dal campo. Saranno i fatti a dover convincere i tifosi".
Sabatini, prima del derby di coppa, aveva detto che non avreste venduto i pezzi migliori.
"Il mercato è un'entità in evoluzione costante e al direttore sportivo è concesso di non essere sincero al 100% perché fa parte del suo lavoro".
E' Garcia l'uomo nuovo?
"Tutto quello che si vede in campo e fuori è il frutto del lavoro di tante persone. Nelle due stagioni precedenti abbiamo sofferto qualcosa rispetto alla guida tecnica, quello che è stato l'impatto rispetto al potenziale della squadra. Garcia sta dimostrando in questo senso di essere l'uomo nuovo, di essere capace almeno fino ad oggi di estrarre il meglio dalla squadra".
Ljajic. Che futuro può avere?
"Non sono la persona più idonea ad esprimere commenti tecnici, ci sono altri deputati a farlo e a fare scelte che hanno portato infatti Ljajic alla Roma. Certo, è un prospetto interessantissimo, è ancora giovanissimo, ma ha già dimostrato di poter incidere. Di fronte a questi talenti porre dei limiti è difficile e forse anche ingiusto per loro".
E' previsto un ultimo colpo che può sorprendere la piazza?
"Ormai dovete pazientare solo poche ore".
Totti. Quando arriverà il rinnovo?
"Penso sia più un'ansia mediatica che reale. Francesco è serenissimo e tranquillissimo, lo vedete in campo. Continua ad essere il fantastico giocatore che è, noi siamo altrettanto sereni, stiamo lavorando con lui e con il suo staff per formalizzare questo accordo che avverrà senz'altro e avverrà anche presto".
Ieri si è vista una forza di affetto che passava da un giocatore all'altro. Qualcuno impediva questa unità di intenti?
"No, questa sarebbe ingiusto dare questa lettura. Il gruppo è sempre stato di valore eccellente, i ragazzi sono eccezionali. Perché si cementi la forza di qualsiasi gruppo ci vogliono particolari caratteristiche, nel mercato di quest'anno si è avuta un'attenzione ad elementi che avessero esperienza e personalità e che potessero agevolare questo processo".
C'è un filo che unisce Luis Enrique, Zeman e Garcia? E poi Allegri e Montella...
"C'è un'idea che questa nuova proprietà ha voluto mantenere, che rappresenta l'identità della Roma, quella di proporre un gioco divertente, non speculativo, che possa esaltare lo spettacolo. Le scelte di Luis Enrique, Zeman, Garcia, l'aver considerato tra i candidati altri allenatori, Allegri ma non solo. sono tutti allenatori che avevano la possibilità di esprimere un certo tipo di gioco. Anche Montella è stata una scelta della Roma, come capita nel calcio, non siamo arrivati ad un accordo. Questa è un'idea che vogliamo portare avanti, stiamo per avviare un programma legato al settore giovanile, di cui non vi anticipo nulla, che annunceremo presto. Vogliamo certificare un'identità di gioco che vorremmo diventi di tutta la Roma. Noi dobbiamo fare il nostro lavoro al meglio e sicuramente lo faremo, senza sosta né risparmio di energie. I risultati di conseguenza ci aspettiamo che arrivino, ma dipendono anche da tante variabili che sono di fuori del nostro controllo".
Cosa fare per eliminare la piaga della violenza?
"E' un tema molto importante, che va al di là del calcio, è un tema sociale, di ordine pubblico. La signora chiede quello che possiamo fare? Noi possiamo non desistere dall'inviare un tipo di messaggi che sono di natura culturale. Quello che la Roma ha cercato di fare dall'inizio di questa nuova avventura, proprietà, è cercare di portare all'interno e all'esterno dello stadio un certo tipo di clima. Abbiamo aperto un villaggio per le famiglie e per i bambini che è presente nello nostre gare casalinghe, abbiamo istituito un settore famiglie per invogliarle a tornare allo stadio. Siamo felicissimi di poter dire che sono state un successo tutte e tre le iniziative, perché vedere il settore famiglie pieno, compatibilmente con gli orari perché se giochiamo in notturna qualcosa perdiamo, è un po' un nostro vanto. Queste nostre iniziative sono parallele al comportamento della nostra dirigenza: la Roma evita qualsiasi commento che non è tecnico, evita di lamentarsi delle decisioni arbitrali, evita qualsiasi forma di atteggiamento che possa avere un impatto negativo sulla reazione dei tifosi, che possa generare quei tafferugli di cui parlava la signora. Credo debba essere l'atteggiamento che tutti coloro che lavorano intorno al calcio debbano far proprio.