13/09/2013 20:50
Per quanto riguarda le altre decisioni prese l'assemblea ha dato mandato al presidente ad aprire formalmente il tavolo di confronto l'Aic per le trattative del rinnovo del contratto. Si partirà quindi i prossimi giorni con un incontro tra lo stesso Beretta e il presidente dell'Assocalciatori Damiano Tommasi. Infine è stata approvata «un'implementazione dell'iniziativa calcio in oratorio dedicata ai giovanissimi e finanziata con il ricavato delle multe comminate dal giudice sportivo ai giocatori e alle società. Nello scorso campionato si era così raccolto circa un milione di euro, cifra congrua per aggiungere progetti di sostegno ad alcune onlus attualmente allo studio». È stato invece accantonata l'ipotesi di consentire l'aumento fino a quattro degli sponsor sulle maglie da gioco.
Quella che doveva essere nelle pessimistiche previsioni di qualche addetto ai lavori una giornata di divisioni e polemiche in Lega Calcio (tema: la commercializzazione dei diritti tv dal 2015 in avanti dopo la lettera di sette società, Inter, Juventus, Fiorentina, Roma, Verona, Sampdoria e Sassuolo che chiedevano di rivedere il sistema di vendita attualmente affidato all'Advisor Infront), si è tradotta in una generale condivisione sull'opportunità di cercare il modo di valorizzare il prodotto calcio. Così come aveva previsto Adriano Galliani, arrivando in Lega, oggi non era il giorno della redde rationem, nè delle spaccature, ma le società hanno riconosciuto il comune interesse a far fruttare al meglio quelle risorse che già oggi rappresentano il 60-70% di tutti i loro introiti.
«Questo metodo di lavoro è stato accettato e approvato da tutti - ha spiegato uscendo dall'assemblea l'ad della Fiorentina Sandro Mencucci, uno degli autori della lettera - anche perchè è un metodo favorevole per tutte e venti le società. Si andrà a studiare e valutare bene quali saranno i diritti per il triennio 2015-2018». La giornata per la verità non si era presentata benissimo visto che De Laurentiis ha rimesso in discussione addirittura la legge Melandri («è un aborto, che ci azzoppa tutti») e che Aldo Spinelli, presidente del Livorno, contestava la ripartizione delle risorse costata anni di sforzi e sacrifici prima di essere composta. Questo non significa che tutti i problemi siano risolti, ma perlomeno fa ritenere che da oggi incominci un lungo cammino di ricognizioni e che ci sia il tempo e la tranquillità necessaria per disegnare il futuro del calcio.
«Come avevamo detto - spiega sempre Mencucci - non era quindi la nostra una presa di posizione che poteva andare contro l'advisor, ma abbiamo proposto solo un metodo di lavoro, un approccio che è stato condiviso da tutti». Tra le tante ipotesi si era fatta anche quella della vendita diretta, cioè che la Lega decidesse di fare a meno dell'advisor, il quale peraltro è stato identificato dopo una gara pubblica e offre alle società la bella sicurezza di un minimo garantito.
«No, questa è un'ipotesi diversa che oggi non era all'ordine del giorno. Qualora il mercato non dovesse rispondere - spiega Mencucci, riferendo il parere unanime dell'assemblea - allora potrebbe essere adottata con la creazione di un canale Lega». Ma le società puntano ad elevare il minimo garantito? «Si vuole vedere cosa offre il mercato: questo è il primo studio che dovremo fare, c'è da valorizzare il prodotto e questo è compito nostro e dell'advisor con noi». Per l'avvio di questo cammino si procederà quindi andando ad ascoltare gli attuali utilizzatori dei diritti, cioè le televisioni. La settimana prossima, per la precisione venerdì 20, in via Rosellini saranno ascoltati i dirigenti di Sky, Mediaset, Rai ecc. per un primo confronto. «Sarà un'indagine ricognitiva iniziale - ha concluso Mencucci - per capire quelle che sono le prospettive per il futuro». Non è stato invece trovato un accordo - qui l'assemblea si è spaccata esattamente a metà, dieci a dieci - per il quarto sponsor sulla maglia da gioco.
(ansa)