La folle estate, da Comotto all'agguato del bus

02/09/2013 17:39

Per sedare gli animi era dovuta intervenire la polizia. Ieri il bis all'Olimpico. Lo stadio romano era stato protagonista anche di un nuovo episodio di razzismo in occasione della finale di Supercoppa italiana -Lazio, del 18 agosto. Nell'ultimo quarto d'ora, con la squadra biancoceleste ormai al tappeto, dalla curva nord erano partiti continui ululati ogni volta che i tre giocatori di colore della , Ogbonna, Pogba e Asamoah, toccavano il pallone. Il giudice sportivo aveva quindi chiuso la curva nord, quella degli ultrà laziali da dove erano partiti i 'buuù, per la prima di campionato contro l'Udinese. Che il clima non fosse disteso, lo segnalava anche il fatto che due giorni prima del match, un gruppo di tifosi romanisti, rimasti in à nonostante il clima 'ferragostanò, avessero protestato perchè alla squadra di era stato concesso per allenarsi l'uso del centro di Trigoria, ovvero quello dei giallorossi.

Ma a rovinare l'estate, c'era stato anche l'episodio della testata al capitano del Perugia Gianluca Comotto, con sospetta frattura del setto nasale, durante un mini-match di un triangolare che, a Ponte San Giovanni, vedeva impegnata la squadra biancorossa contro il Castel del Piano, squadra di Eccellenza. All'improvviso Comotto è stato colpito al volto da una testata dell'attaccante del Castel del Piano, Gibbs, praticamente a sangue freddo, secondo il suo racconto: poco prima, durante un contrasto, Comotto e Gibbs si erano scambiati battute poco gentili e il giocatore del Perugia aveva messo una mano in faccia all'avversario.

Da qui la reazione 'a freddò di Gibbs, offeso dal rivale. Tutta da dimenticare anche la serata del 24 luglio scorso, quando, in occasione del trofeo Tim allo stadio di Reggio Emilia, il giocatore del Milan Kevin Constant aveva lasciato il campo intorno alla mezzora della sfida contro il Sassuolo in segno di protesta per alcuni cori razzisti che gli erano stati rivolti nello stadio. Da qui il rinascere delle polemiche verificatesi quando a fare la stessa cosa era stato Boateng in un Pro Patria-Milan, e questo nonostante la Digos di Reggio Emilia avesse successivamente precisato che, a suo dire, non c'erano stati cori razzisti «ma sporadiche frasi ingiuriose». Quale sia l'esatta differenza rimane da chiarire