02/09/2013 13:43
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Mio figlio mi ha chiesto perché non giocavo più. Perché lui era abituato ad andare allo stadio a vedermi giocare ogni fine settimana. Sono tornato a casa un giorno e lui mi ha chiesto perché non giocavo. Gli ho detto che papà è rimasto ferito, ho detto "papà ha giocato 12 anni". Provate voi a spiegare tutto questo ad un bambino, è complicato. Era una domanda a cui io, all'epoca, non sapevo rispondere. E mi ha commosso molto. Ho passato un brutto periodo, non stavo bene nemmeno con me stesso. E ora devo ringraziare Dio per averlo superatoto. Nel 2011 ho sofferto di affaticamento muscolare, dovuto a 12 anni di gioco e allenamento praticamente senza nessuna vacanza, giocando nella mia squadra e impegnandomi pure con la nazionale brasiliana. AlCity, già nella mia seconda partita ufficiale per il club contro il Real Madrid in Champions League, ho forzato la gamba sinistra e ho finito per avere un infortunio alla caviglia. Da lì, in pratica, ho smesso di giocare. Con un supporto al piede ho proseguito il mio lavoro. Così, ho finito per aggravare ancora di più l'infortunio e ho iniziato di nuovo a avere dolori alla gamba destra. Il ginocchio non ha retto e alla fine ho dovuto fare un secondo intervento chirurgico al ginocchio destro. Ho passato due anni senza giocare a un livello elevato. Normalmente, ogni mercoledì, ogni fine settimana, sei visto in televisione e poi da un momento all'altro, si finisce per essere solo un fantasma. Devi avere la testa. Devi essere motivato ogni giorno. Avere personalità, perché la critica comincia ad emergere, la gente comincia a diffidare del tuo lavoro.
Maicon ha ricevuto spesso critiche a causa del comportamento fuori dal campo, che - ammette - hanno ostacolato il raggiungimento dei suoi obiettivi.
Sbagliando si impara, e ho imparato! Uscivo più di quanto avrei dovuto, anche nei giorni in cui invece avrei potuto riposarmi. E' stato un errore che ora non posso più permettermi. Non posso commetterlo più perché ora mi concentro, ho un obiettivo da raggiungere, che è più importante di tutto. Quindi, certo, scelgo di stare a casa a riposo, perché il mio obiettivo è più grande!
Maicon ha lasciato il Manchester City: direzione Roma, la capitale italiana. Il terzino destro è stato restituito al paese in cui ha vissuto i suoi momenti migliori, con la speranza di rivederlo al massimo e che possa arrivare alla Coppa del Mondo. A Roma ha intenzione di dare il massimo.
In molti erano preoccupati per me: "Lasci Manchester, per andare in Italia dove c'è la crisi?". Accidenti! Io non sono preoccupato per la crisi, no. Sono preoccupato per la Coppa del Mondo. Solo questo mi importa.
Dopo quasi due anni, Maicon è tornato in nazionale. Nella prossima partita amichevole del Brasile, il terzino avrà la possibilità di ricominciare e ammette di essere rimasto sorpreso.
Dopo tre partite sono stato chiamato. Sono rimasto sorpreso. Credo che abbiano fiducia in me, ora torno mostrando il mio lavoro e tutto l'impegno che ci ho messo. Non vedo l'ora di presentarmi. Non vedo l'ora di rivedere i miei "ex" compagni di squadra, di rivedere i tifosi. La nazionale è tutto per me. Tutto! Io lavoro col mio club per essere nella squadra nazionale. Non ci sono dubbi. E' magica. L'ho seguita nella Confederations Cup, guardavo la folla cantare l'inno abracciato a loro. Vi immaginate che cosa sarà una Coppa del Mondo? Io lavoro tutti i giorni al mio club per essere sempre pronto alla chiamata di Scolari e per far si che il mio sogno si avveri. Quando si parla della Coppa del Mondo, per di più in Brasile, non si tratta nemmeno di una ciliegina sulla torta. Sarà una torta di ciliegie! E sono pronto per questo, pronto a dare il mio meglio, e a non lasciare la nazionale.