09/10/2013 22:29
Il che - continua Beretta -, come appare di tutta evidenza, non corrisponde alla realtà delle cose. Non possono sfuggire alla Federazione, come non sfuggono alla Lega Serie A, i contraccolpi devastanti per l'immagine internazionale del nostro calcio di una siffatta situazione«. Ma la lettera con cui Beretta ha sollecitato ad Abete la modifica della norma sulla discriminazione territoriale, con un consiglio federale ad uopo, evidenzia anche un altro aspetto del problema- »È proprio di queste ore - sottolinea il presidente della lega - il rincorrersi sui social media e i siti web di una sorta di chiamata collettiva delle curve di tutte le squadre ad una mobilitazione comune che possa provocare, già dalle prossime settimane, la chiusura volontaria e coordinata di tutti gli stadi italiani, o almeno di ampi settori degli stessi. Ben lungi dall'avere costituito un elemento di deterrenza, la chiusura dei settori per comportamenti razzisti o di discriminazione territoriale di frange di tifoseria rischia di diventare un elemento di sfida aperta verso le istituzioni o, peggio, di ricatto esplicito nei confronti delle società. C'è il rischio di 'consegnarè gli stadi a delle minoranze«.
In ogni caso, secondo Beretta, »non sono in alcun modo in discussione i casi eclatanti di comportamenti lesivi della dignità delle persone per motivi di razza, colore, religione o origine etnica, che vanno contrastati con ogni mezzo e sono, non a caso, sanzionati dall'Uefa«. Il cui presidente Michel Platini ha dichiarato questa sera a Cuccaro di aver appreso oggi la parola »discriminazione territoriale«: quasi un assist per Beretta.